Mostra: SEM TERRA | Bologna

Sem Terra: 30 anni di storia, 30 anni di volti

Mostra fotografica di Giulio Di Meo

Centro Sociale TPO – Via Casarini 17/5, Bologna

Dal 08/10/2014 al 31/10/2014

“SEM TERRA” una mostra e un libro fotografico per celebrare i trent’anni di storia del MST attraverso i volti dei suoi militanti, ma soprattutto un progetto per raccogliere fondi per la ristrutturazione della Scuola Nazionale Florestan Fernandes (ENFF). La ENFF è la scuola più importante del Movimento, ideata con l’obiettivo di formare politicamente la classe lavoratrice, in particolare delle organizzazioni legate alla Via Campesina nazionale e internazionale. Situata in Guararema, a 70 km da San Paolo, è stata costruita tra il 2000 e il 2005 grazie al lavoro volontario di militanti e amici del MST. Nei dieci anni di vita della Scuola, più di 25 mila persone hanno partecipato a corsi, seminari e conferenze. Convinti che l’educazione sia l’unico strumento in grado di emancipare i lavoratori, abbiamo deciso che tutti i proventi di questo libro andranno a sostenere la Scuola e le sue attività.

Non è la prima volta che Giulio Di Meo fotografa il Brasile sociale: nel 2013 il suo Pig Iron raccontò le ingiustizie sociali e ambientali commesse dalla multinazionale Vale negli stati del Pará e del Maranhão. Stavolta Giulio Di Meo ha il merito di coinvolgere, tramite i Sem Terra, tutti i movimenti sociali latinoamericani: ci sono i volti dei Veterinarios Sin Fronteiras boliviani, dei militanti della Juventud-Partido Comunista Paraguay e quelli del Frente Popular Dário Santillán, il giovane ucciso alcuni anni fa in Argentina alla stazione bonaerense di Avellaneda durante una manifestazione dei piqueteros. La fotografia di Giulio riprende le tante facce della protesta sociale brasiliana (compresi i tanti comitati di amigos del movimento, tra cui quello italiano), ma non sono solo volti: si tratta di scatti che accusano il capitalismo, responsabile dell’esclusione sociale a cui sono stati condannati milioni di brasiliani, contestano lo strapotere di Monsanto, Bunge, Cargill e Syngenta, responsabili della monocoltura di eucalipto, ma raccontano anche gli aspetti più intimi della vita del movimento. I volti femminili della Marcia Mondiale delle Donne ci parlano della loro lotta per la costruzione di nuove relazioni di genere, mentre fanno tenerezza i faccioni sorridenti di bimbi di pochi mesi nati negli assentamentos. Il Movimento SemTerra ha sempre ritenuto che i bimbi dovessero essere parte integrante delMst fin dall’inizio, dagli spazi di gioco denominati cirandas infantis alla pedagogia per i piccoli, sempre nel segno dell’istruzione e della formazione. Non è un caso che Giulio Di Meo, nelle primissime pagine del suo libro, abbia riportato una frase del pensiero di Antonio Gramsci: “Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la vostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il vostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la vostra forza”. Il Movimento Sem Terra ha fatto dell’istruzione uno dei suoi punti imprescindibili, convinto che la rivoluzione nelle scuole fosse propedeutica a quella da fare nelle strade, per parafrasare Florestan Fernandes, una sollevazione che liberi la società brasiliana dall’oppressione e dall’ingiustizia sociale. “Attraverso la lente sensibile di Giulio”, scrive Stedile, “potrete conoscere il Movimento Sem Terra. Chi siamo, volti e nomi. Le nostre espressioni di lotta e di allegria. La nostra esperienza e la nostra speranza. Conoscerete le persone che formano il Mst”.  E allora l’album di famiglia, con uno degli slogan di maggior impatto del movimento, Ocupar, Resistir, Produzir, parla a tutto il continente latinoamericano, chiama tutto il mondo ad unirsi a loro per festeggiare i trent’anni dei senza terra e a guardare avanti.

Zaira Sabry e Jonas Borges, del coordinamento Sem Terra del Maranhão, hanno scritto: “Il libro Sem Terra è impegno, azione politica della fotografia, della vera fotografia sociale. Esprime l’impegno di Giulio con coloro che non hanno voce e visibilità, mostra i volti, le gioie e la determinazione del Mst attraverso istantanee di militanti, compagni e amici”. Io posso solo aggiungere: diffondetelo il più possibile.