Mostra: I VOLTI DEL LAVORO | Parma

Un progetto espositivo partecipato con i rifugiati sulle trasformazioni della produzione e dei lavoratori

6 febbraio – 27 marzo 2021

Portici del Grano, Parma

Il percorso espositivo Il volti del lavoro è l’esito di un progetto, condotto in modo coordinato dal Centro Immigrazione Asilo e Cooperazione Internazionale (CIAC) e dal Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma (CSAC), che ha messo al centro le trasformazioni del lavoro e dei suoi protagonisti, con particolare attenzione all’esperienza attuale dei rifugiati nella provincia di Parma, protagonisti spesso di un’integrazione che non fa notizia e che dunque è meno percepita dall’opinione pubblica.

Inserito nel più ampio “Piano di Ateneo per i rifugiati”, promosso dall’Università di Parma e sostenuto dalla Fondazione Cariparma nell’ambito del Bando “Lotta alla povertà”, il progetto ha inteso valorizzare il patrimonio documentale dell’Archivio CSAC e coinvolgere in un percorso progettuale partecipato alcuni rifugiati inseriti nei progetti di accoglienza diffusa di CIAC: rifugiati doppiamente protagonisti, sia con il loro sguardo sintetizzato negli scatti fotografici proposti, che come lavoratori e parte essenziale del tessuto socio-economico del territorio.

Nella primavera del 2019 un gruppo di rifugiati ha partecipato a un percorso di formazione nell’ambito della comunicazione visiva, condotto da Giulio Di Meo, fotografo freelance, presidente dell’associazione Witness Journal e photo editor dell’omonima rivista di fotogiornalismo, impegnato da più di dieci anni nell’ambito del reportage e della didattica. I rifugiati, individuati da CIAC tra gli accolti nei progetti “Terra d’asilo” e “Una città per l’asilo”, hanno partecipato al workshop fotografico sul tema del lavoro e delle sue trasformazioni, alternando fasi teoriche in aula (tecniche fotografiche), uscite nei luoghi di lavoro (imprese e cooperative), in cui sono stabilmente impiegati migranti e rifugiati, e momenti di restituzione, selezione delle foto e postproduzione nuovamente in aula.

Il percorso è proseguito con un approfondimento – condotto da Lucia Miodini del CSAC – sulla fotografia del lavoro, sulle pratiche di archiviazione dei materiali documentali, con delle visite al Centro Studi e Archivio della Comunicazione (CSAC) e la visione di materiali fotografici di documentazione del lavoro, appartenenti a diversi archivi della Sezione Fotografia, dal Fondo Fotografia Storica Donazione Uliano Lucas, nucleo tematico formato dalle ricerche iconografiche condotte dallo stesso Uliano Lucas in occasione della mostra e del volume Storia Fotografica del Lavoro in Italia, pubblicato nel 1981, ai fondi di free-lance che negli anni Settanta hanno indagato con sguardo partecipe il mondo del lavoro, da Luciano D’Alessandro a Carla Cerati allo stesso Uliano Lucas; parte del materiale presentato proviene dall’archivio Vaghi, storico studio fotografico di Parma attivo dai primi del Novecento agli anni Settanta, che raccoglie la produzione di Luigi e Bruno Vaghi.

La visita all’archivio si è dimostrata un interessante percorso storico sulla rappresentazione dei diversi mondi del lavoro. Il dialogo tra le fonti della storia fotografica del lavoro e gli scatti realizzati dai rifugiati nelle aziende del parmense non soltanto si è dimostrato efficace nel percorso espositivo, ma ha anche rappresentato un’occasione di riflessione tra i diversi linguaggi visivi e un’esperienza condivisa di confronto e interazione.

Nell’ultima fase, i rifugiati – insieme al gruppo di lavoro di progetto – hanno selezionato le immagini da loro stessi realizzate nelle aziende del parmense, cui sono state affiancate fotografie scelte tra il materiale storico degli archivi del CSAC, per arrivare a comporre il percorso espositivo I volti del lavoro.

La mostra si propone di dare visibilità e riconoscimento a quei lavoratori di origine straniera già inseriti in molte realtà produttive e dei servizi del nostro territorio e che contribuiscono in modo silenzioso all’economia, al benessere, alla tenuta dei servizi e delle città in cui viviamo insieme. Dietro quei volti ci sono storie tutte diverse: paesi di origine, traiettorie migratorie, permessi di soggiorno, famiglie ancora in patria o ricongiunte in Italia, fatiche e passioni, delusioni e aspirazioni. Ma ognuno di loro rappresenta di più che la propria storia individuale: ha un ruolo da protagonista, benché spesso misconosciuto, in una storia collettiva in cui siamo tutti inseriti, che dimostra l’esistenza di una società interculturale che deve imparare a riconoscersi nella sua diversità e aprire nuovi spazi di immaginazione, anche oltre il lavoro e l’economia.

I luoghi di lavoro in cui sono state scattate le foto (officina e manutenzione del verde urbano della Coop. Il Ciottolo, cicletteria della Coop. Il Cigno Verde, ristorante Da Mat Bistrot Cucina, Prosciuttificio Terre Ducali, Festa multiculturale di Collecchio), così come molti altri del territorio di Parma e provincia, si sono distinti in questi anni per la loro volontà di mantenere un approccio aperto, accogliente, rispettoso dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici. Attenti al radicamento e alla sostenibilità della propria attività, ma senza rinunciare a una visione cosmopolita, in cui la differenza è una ricchezza e non un peso o uno stigma. La disponibilità dimostrata non solo nell’accogliere lavoratori stranieri e rifugiati, ma anche nel riconoscere dignità alle loro storie e alle loro difficoltà, ha permesso a CIAC di affiancarsi nei percorsi di formazione e di inserimento lavorativo, accompagnando sia i diretti interessati che le aziende e le cooperative con le proprie competenze di natura legale, sociale e sanitaria. Percorsi di integrazione economica e sociale che si costruiscono insieme, nel segno di una cittadinanza interculturale.

La mostra, allestita a Parma presso i Portici del Grano e visitabile gratuitamente da sabato 6 febbraio 2021 fino a sabato 27 marzo 2021, espone fotografie scattate durante il workshop con i rifugiati da Raheel Abid, Abdoulaye Ba, Lamin Bojang, Sekou Diyara, Giulio Di Meo, Aime Mbangue, Victor Osebhajimende e Ahmed Elmi Abdullahi; fotografie conservate al Centro Studi e Archivio della Comunicazione, appartenenti ai Fondi Uliano Lucas, Mimmo Jodice, Carla Cerati, Luciano D’Alessandro e dagli archivi Carlo Cisventi e Vaghi.

L’esposizione è promossa dal Centro Immigrazione Asilo e Cooperazione Internazionale (CIAC), nell’ambito dei progetti SAI “Terra d’asilo” e “Una citta per l’asilo”, e dal Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma (CSAC), in partnership con il Dipartimento di Discipline Umanistiche, Sociali e delle Imprese (DUSIC) dell’Università di Parma e con il sostegno della Fondazione Cariparma. Patrocinata dal Comune di Parma, s’inserisce tra le iniziative di Parma 2020-2021 Capitale della Cultura. Sponsor tecnico Macrocoop.

Mostra a cura di Chiara Marchetti (CIAC) e Lucia Miodini (CSAC) con la collaborazione di Marco Deriu (DUSIC).