DOVE SI ASSEMBRA SOLIDARIETÀ

di Lara Mariani, foto di Giulio Di Meo

Gianni Morandi, Stefano Benni, Marcello Fois, il cardinale Matteo Zuppi, fra Benito Fusco dell’Eremo di Ronzano e Alessandro Bergonzoni. Erano tutti lì a sostenere l’iniziativa di Roberto Morgantini. Personalmente non mi era mai capitato di ritrovarmi in un tale assembramento di Vip, per dirla con le parole che il Covid ci impone. Il Covid che oggi può imporci atteggiamenti a parole nuove come il distanziamento sociale, ma non può imporre a Roberto Morgantini di rinunciare al pranzo di Natale della solidarietà.

Certo la formula è completamente diversa, il cibo è da asporto e viene consegnato rispettando tutte le normative di sicurezza dalle 11.00 alle 13.00. Non si mettono i piedi sotto la tavola come gli anni scorsi nella chiesa dei Servi. Però ci si incontra comunque. Laici e cattolici si incontrano per dare continuità a quello che ormai è un appuntamento fisso e che non deve essere messo in discussione, proprio ora che le persone in difficoltà sono di più e più bisognose, non solo di cibo ma anche di socialità.

Avevo di fianco giornalisti di testate nazionali, colleghi di testate locali, cameramen e fotografi, e ammetto che non è stato facile muoversi tra loro per raccogliere sentimenti ed emozioni di quella giornata. Però per assaporare l’entusiasmo e la voglia di dare una mano non serviva scavalcare giornalisti e telecamere. Era tutto nell’aria, come il profumo delle lasagne appena sfornate.

Roberto Morgantini con uno dei cuochi delle cucine

“Oggi (21 Dicembre) è una giornata speciale che vuole dare continuità a tutto quello che abbiamo fatto nel passato. Tutti gli anni – mi spiega Roberto Morgantini patron delle Cucine Popolari- il sabato prima di Natale facevamo il pranzo con i senza fissa dimora e con le famiglie in difficoltà alla chiesa dei Servi. Quest’anno la pandemia non ce l’ha permesso e per rispettare norme e direttive anti-covid abbiamo reinventato il pranzo.

Non potevamo saltarlo, quindi lo abbiamo trasferito alle Cucine Popolari. I volontari hanno preparato i primi e i secondi, i bambini della scuola hanno fatto i biscotti, il Bologna calcio ha mandato i panettoncini. C’è stato un abbraccio generale nei confronti delle cucine e i camerieri che consegneranno il cibo sono Gianni Morandi, il cardinale Matteo Zuppi, Alessandro Bergonzoni e Stefano Benni. Certo non possiamo mettere i piedi sotto il tavolo come gli altri anni, ma il significato della giornata resta. Del resto Bologna è questa. Bologna è una città che conta 4000 associazioni di volontariato che si impegnano tutti giorni, non solo nei giorni speciali”.

Giuseppe, alle spalle Veronica una delle volontarie

Mentre cerco di schivare le telecamere mi imbatto in un signore molto anziano che abita nel quartiere. Giuseppe tanti anni fa aveva un laboratorio fotografico e come tutti i fotografi non ha voglia di farsi fotografare, ma ha tanta voglia di parlare e mi racconta che è nato vicino a Lodi.  “Sono solo e quando un signore (non ricordo neanche bene chi) mi ha indicato le Cucine Popolari ero molto contento.  Mi aiutano tantissimo perché ho 94 e sono solo e avere qualcuno che mi prepara il pranzo è molto importante per me”.

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Stefano Benni e Alessandro Bergonzoni

Nel frattempo è arrivato anche Stefano Benni. Riesco a parlarci solo un minuto e l’unica domanda che mi viene da fargli è questa.

Ma come fa Morgantini a portare qui tutta queste personalità?

“È perché gli vogliamo tutti bene e apprezziamo il lavoro che fa”.

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Gianni Morandi e Frate Benito Fusco

Quello con Frate Benito Fusco dell’Eremo di Ronzano è lo scambio che mi sorprende di più. Non mi sono neanche presentata che lui ha già negli occhi il racconto e il significato della sua presenza.

“Fortunatamente siamo tipi da esportazione quindi oggi siamo alle Cucine Popolari, ma negli anni precedenti erano le Cucine Popolari che venivano da noi. Stiamo proseguendo un cammino che va avanti da qualche anno, un cammino di incontro natalizio con le persone in difficoltà, anche perché per noi la solidarietà è come un desiderio da innamorati, una scelta di vita. Abbiamo iniziato a Ronzano mutando l’antropologia presente e inserendo migranti, famiglie provenienti dai corridoi umanitari, minori non accompagnati. Poi alla Basilica dei Servi abbiamo iniziato un incontro con il volontariato sociale: credenti o non credenti, non facciamo distinzioni.

Questa è una mattinata importante perché finalmente possiamo dare dei volti alla solidarietà, in un abbraccio grande tra credenti e laici. L’importante è credere nella solidarietà. Non chiediamo la carta di identità, né del cuore, né politica di chi vuole lavorare con noi, a parte Salvini che è l’unico che non vorremmo in mezzo ai piedi. Siamo innamorati delle persone che sanno amare. Punto”.

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Federico Aicardi

Improvvisamente è il momento della musica. Federico Aicardi intona un inno alle Cucine popolari e c’è un grande trasporto, nonostante il distanziamento.

Dove si assembra la solidarietà 3
Roberto Zizzi

Un altro Roberto. Morgantini è la mente e l’anima delle cucine, Roberto Zizzi è il responsabile della distribuzione. Ha trascorso tutto il periodo del lockdown alle cucine, tutti i giorni.

“È stato un regalo lavorare qui e poter aiutare in quel periodo. Era difficile, ma ce la siamo cavata bene, con il buon senso e facendo anche assistenza sociale agli ospiti che ne hanno tanto bisogno. Hanno bisogno di cibo, ma anche di chiacchiere”.

Gli chiedo se in questo momento è più difficile raccogliere generi alimentari e la sua risposta mi sorprende.

“In questo momento di generi alimentari ne abbiamo tanti perché i supermercati bolognesi (soprattutto Conad e Despar e Interspar) ci rifornisco spesso, insieme alle strutture tipo Auser. Anche il Caab ci porta tanta frutta e la verdura. Non ci sono solo i volontari, anche le istituzioni partecipano. Durante il Lockdown siamo anche riusciti ad aumentare il numero di pasti distribuiti ogni giorno”.

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Il cardinale Matteo Zuppi e Gianni Morandi

Passa il cardinale Matteo Zuppi ma è veramente accerchiato dalle telecamere e non riesco a braccarlo neppure per un minuto prima che il suo segretario Don Sebastiano  lo porti via. Però io e Giulio siamo riusciti a lasciargli una copia di Anticorpi Bolognesi!

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Gianni Morandi

Gianni Morandi lo placo solo sul finale, mentre stava andando a casa. Non volevo disturbarlo prima perché è stato più di due ore dietro il tavolo a distribuire pasti e a chiacchierare e fare foto con tutti. In questa mattinata ci ha messo le mani, le braccia e tutto il cuore che ha.

“Niente di eroico, cerchiamo solo di essere vicini a chi è solo e questo fa bene anche a noi”.

Vado via con ancora in testa il ritornello della Canzone di Federico Aicardi dedicata alle cucine e con l’immagine di Gianni Morandi che, mentre Federico canta e suona la chitarra, gli tiene lo spartito. Penso che questa sia la migliore immagine che vi possiamo lasciare per augurarvi il miglior Natale possibile. Da parte di tutta la redazione del Witness Journal.

Roberto Morgantini, Gianni Morandi, Alessandro Bergonzoni e i volontari delle Cucine Popolari