Mostra: (R)ACCOLTI | Narni (Tr)

NARNIMMAGINARIA 02-24 giugno 2018

(R)ACCOLTI – Lavoro, inclusione e antimafia sociale

Mostra fotografica di Giulio di Meo

Sul territorio italiano, in questi ultimi anni, si sono moltiplicate le esperienze di lavoro ed inclusione legate alle ondate migratorie provenienti dall’Africa e dal Levante.

Le condizioni in cui riversano i migranti una volta entrati nei circuiti del lavoro clandestino in Italia sono spesso degradanti, e non è raro che a perpetrare i soprusi del caporalato siano gli stessi responsabili dei centri d’accoglienza. In tutta la penisola ci sono approssimativamente dai 300 mila ai 400 mila lavoratori illegali, impiegati in campi presso cui lo sfruttamento del lavoro agricolo rappresenta una realtà ormai ben radicata e intrecciata con gli interessi del crimine organizzato.

A testimonianza del fatto che molte associazioni di promozione sociale, sigle della società civile e semplici privati si diano da fare per rendere più dignitosa la vita di chi arriva in Italia in condizioni di precarietà, esistono svariati progetti sviluppati sui territori della penisola grazie a cui l’inclusione e l’integrazione sono rese possibili. Alcune tra le esperienze più interessanti sono quelle dei campi di lavoro in terreni confiscati alle mafie, in cui il dramma umanitario delle migrazioni degli ultimi anni si confronta con problematiche tradizionalmente radicate nel tessuto sociale italiano.

Una di queste è quella del Progetto D.r.a.g.o. – Developement Resources Agricultural Growth Organic, partito nel marzo del 2016 e finanziato dalla fondazione Con il Sud e diverse associazioni tra cui la cooperativa Lavoro e non solo, l’associazione I Girasoli e l’Arci Sicilia.

Foto di Giulio Di Meo

Il progetto ha visto impegnati 11 migranti, tra rifugiati e richiedenti asilo, in attività formative, turistiche e produttivo-imprenditoriali su due beni confiscati ai boss Provenzano e Lo Iacono. Qui i ragazzi hanno imparato le tecniche dell’agricoltura biologica e del turismo rurale, hanno appreso il lavoro della viticoltura e della coltivazione cerealicola, ma anche del confezionamento e della vendita dei prodotti finiti.

Gli undici ragazzi impegnati nel Progetto Drago – tutti di età compresa tra i 19 e i 30 anni – risiedono in alloggi confiscati alla mafia assegnati alla cooperativa corleonese Lavoro e non solo, diretta da Calogero Parisi. Insieme all’Arci, la cooperativa è artefice del progetto LiberArci dalle spine, una pluridecennale esperienza di campi di lavoro estivi volontari che richiama i ragazzi delle scuole di tutto il paese. Un ulteriore tassello del processo di integrazione dei rifugiati e richiedenti asilo sta proprio nell’interazione tra questi due progetti, che permette ai giovani ragazzi italiani di maturare un’esperienza di lavoro volontario fianco a fianco con chi scappa da guerre o miseria.

Favorire una buona integrazione col tessuto sociale circostante significa anche rendere consapevoli i giovani migranti. I ragazzi sanno, infatti, dove si trovano e a chi sono appartenuti i terreni su cui si trovano a lavorare, sono informati sulle lotte dei movimenti antimafia, e maturano la coscienza che combattere la paura sia parte integrante del processo di inclusione.

Cristiano Capuano

 

Foto di Giulio Di Meo

“Qualcuno sostiene che questa parte di Sicilia urla o tace. Luogo comune errato: questa parte di Sicilia, a volerla ascoltare e guardare, racconta e lo fa spesso sottovoce. Racconta la fatica, la bellezza, la voglia di riscatto, racconta campi aridi confiscati alla mafia che con lo sforzo leggero di giovani di provenienze diverse regalano frutti e inserimento lavorativo. Racconta posizioni di chi non vuole essere etichettato e chiede solo il rispetto per una natalità che non si è scelto, in una terra che è diversa da ciò che si crede”.

Debora Leardini

Le immagini della mostra sono state realizzate nel corso del 2016 e 2017. Di Meo in collaborazione con Arci dal 2016 propone dei workshop di fotografia sociale sui temi dell’antimafia.

Arci

L’Arci è la più grande associazione italiana di promozione sociale impegnata sui temi della cultura e della formazione, della pace, dei diritti, del welfare e della legalità democratica. Dal 2004 l’Arci promuove campi e laboratori antimafia insieme a Cgil, Spi Cgil, Flai Cgil, Rete degli studenti medi e Unione degli universitari. I campi, che coinvolgono ogni anno centinaia di giovani e pensionati volontari provenienti da tutta Italia, si legano in modo indissolubile ai terreni confiscati alla criminalità organizzata. 

Cooperativa Sociale “Lavoro e non solo”

La Cooperativa Sociale “Lavoro e non solo” nasce dal progetto associativo di Arci Sicilia. Dal febbraio 2000 gestisce beni e coltiva terreni confiscati a Cosa Nostra tra Corleone, Monreale e Canicattì, favorendo l’inclusione sociale di soggetti in condizione di disagio e marginalità. Sui terreni gestiti vengono prodotti grano duro, ceci, lenticchie, pomodori, melanzane, peperoni, uva, fichidindia, mandorle, olive. Questi prodotti vengono poi trasformati e vengono commercializzati in tutt’Italia attraverso le botteghe del mondo, i gruppi di acquisto solidali, le Associazioni, la grande distribuzione del mondo COOP.

Foto di Giulio Di Meo