PARMA CITTA’ D’ASILO

Workshop di Fotografia Sociale | Parma

20-21-22 | 28-29 aprile 2018

Raccontare attraverso le immagini, portare alla luce storie ignorate, questi da sempre sono gli obiettivi del reporter. Oggi però non basta più. Nell’epoca della comunicazione veloce si cerca sempre più di conquistare visibilità attraverso la spettacolarizzazione delle immagini, la violenza, gli orrori. Forse questo ci ha fatto conquistare qualche prima pagina, ma ha contribuito a rendere normale dolore e miseria, ha assuefatto e omologato le coscienze.

Per questo oggi c’è bisogno di una fotografia che non si limiti a informare. C’è bisogno di una fotografia concreta che sostenga progetti sociali nelle realtà documentate. Una fotografia che cerca di raccontare la quotidianità di coloro che vivono in contesti sociali difficili. C’è bisogno di una fotografia desiderosa di farsi carico delle lotte, della rabbia e delle ingiustizie che ci circondano. Una fotografia capace di indignare parlando con amore, passione, speranza.

Fotografare con uno spirito impregnato di intensa umanità è a mio avviso il solo modo per comprendere le storie delle persone che si incontrano per le strade del mondo, catturarle e restituirle dignitosamente agli occhi di chi guarda. Alla ricerca dell’ambizioso obiettivo di emozionare, porre interrogativi, coinvolgere e rendere partecipi i nostri spettatori.

Giulio Di Meo

L’associazione di documentazione sociale Le Giraffe, in collaborazione con il fotografo Giulio Di Meo, organizza un workshop di fotografia sociale a Parma, realizzato nell’ambito delle attività di accoglienza ed integrazione dei richiedenti asilo e rifugiati svolte dal Centro immigrazione asilo e cooperazione di Parma e provincia (CIAC) Onlus. L’obiettivo di questo workshop sarà quello di raccontare, attraverso il mezzo fotografico, gli ambiti e i protagonisti dell’accoglienza agli stranieri richiedenti protezione nella città di Parma. Queste realtà, di cui forse in pochi hanno una effettiva conoscenza, sono spesso identificate nell’immaginario collettivo attraverso frettolosi stereotipi, raccolgono invece colorati ed emozionanti racconti di vita comune.

Il corso è rivolto a coloro che vogliono avvicinarsi ad un modo nuovo di intendere e interpretare il “reportage sociale” ed è anche una proposta di scambio e dialogo tra corsisti, operatori dell’accoglienza e rifugiati. Si svilupperà su due weekend consecutivi, con l’obiettivo di guidare i partecipanti nello sviluppo di un progetto fotografico personale attraverso l’analisi delle diverse fasi necessarie alla sua realizzazione: dall’idea alla pianificazione, dal lavoro sul campo all’editing, fino alla presentazione finale del progetto.

Programma e date del workshop

Il corso sarà diviso in diversi momenti: una parte teorica, una parte pratica e una di critica e selezione dei lavori. Alla fine del workshop verrà realizzato un lavoro collettivo con le migliori foto dei partecipanti.

Venerdì 20 aprile 2018 | 17.00-18.30: Presentazione del CIAC e dei contesti, attività e persone che si andranno a conoscere e raccontare;

Sabato 21 aprile 2018 | 10:00-13:00 parte teorica | 13:00-14:00 pranzo | 14:00-18:00 uscita fotografica;

Domenica 22 aprile 2018 | 10:00-13:00 parte teorica/editing | 13:00-14:00 pranzo | 14:00-18:00 uscita fotografica;

Sabato 28 aprile 2018 | 10:00-13:00 uscita fotografica | 13:00-14:00 pranzo | 14:00-18:00 editing;

Domenica 29 aprile 2018 | 10:00-13:00 uscita fotografica | 13:00-14:00 pranzo | 14:00-18:00 editing finale

Foto di Rossana Messana

Lezione Teoriche

Introduzione al reportage; storia e sviluppo del reportage in Europa e in USA

Reportage del quotidiano: come raccontare e perché

Atteggiamento del fotografo: il rispetto, l’importanza del dialogo

Costruzione della storia: ordine logico e sequenza narrativa

Preparazione e presentazione di un portfolio

Editing: critica e selezione di gruppo dei lavori

Prezzo: € 280

Prodotti finali: pubblicazione sul sito del fotografo Giulio Di Meo delle foto degli studenti e realizzazione di un prodotto multimediale del lavoro collettivo.

Requisiti: Oltre all’interesse per il tema che si andrà a documentare, il workshop non richiede conoscenze fotografiche tecniche specifiche o avanzate ma solo che i partecipanti abbiano già fatto, a qualsiasi livello, fotografia.

Docente: Giulio Di Meo

Luogo (delle lezioni): CIAC Onlus | Via Bandini 6, Parma.

Per iscriversi al workshop o avere informazioni: info@giuliodimeo.it – adslegiraffe@gmail.com 

Foto di Federica Bertoletti

I SOGGETTI PROMOTORI

LE GIRAFFE, Associazione di documentazione sociale di Parma, oltre all’autoproduzione di documentari, reportage fotografici e giornalismo indipendente, persegue tra i propri obiettivi anche l’organizzazione di corsi, mostre ed incontri pubblici con i quali promuove l’osservazione attenta e impegnata dei fenomeni e la sensibilizzazione dell’opinione pubblica su temi di interesse sociale e politico.

GIULIO DI MEO, fotografo impegnato nel reportage sociale che porta avanti i propri progetti in modo indipendente. Crede nella fotografia come strumento per informare e denunciare e come mezzo di cambiamento personale, sociale e politico.

CENTRO IMMIGRAZIONE ASILO COOPERAZIONE INTERNAZIONALE DI PARMA E PROVINCIA ONLUS (CIAC Onlus), costituito formalmente a Parma nel gennaio 2001. Ente Gestore SPRAR di Parma per richiedenti/titolari di protezione internazionale, portatori di disagio mentale e vittime di tortura, gestisce diversi servizi e progetti a favore dei cittadini stranieri. Dal 2007 gestisce il progetto Sportello Provinciale Asilo, in collaborazione con la Provincia di Parma e 46 Comuni. Lo Sportello offre accoglienza, informazione, tutela giuridica ai rifugiati presenti nel territorio provinciale; costituisce il riferimento giuridico per operatori sociali e sanitari delle amministrazioni pubbliche. Dal 2014 Ciac gestisce anche il progetto del Sistema Nazionale di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati del Comune di Parma.

Note sui sistemi di accoglienza dei richiedenti asilo in Italia (*)

I centri che in Italia accolgono, ospitano o trattengono richiedenti protezione internazionale, rifugiati, titolari di protezione sussidiaria o umanitaria, hanno caratteristiche molto diverse. Attualmente il sistema è costituito da:

  • CDA (Centri di Accoglienza), istituiti nel 1995, sono strutture destinate a garantire un primo soccorso allo straniero rintracciato sul territorio nazionale. A questi Centri si sono aggiunti, nell’estate del 2008, anche i Centri di Accoglienza Straordinari (CAS), finanziati direttamente dal Ministero dell’Interno per far fronte all’emergenza determinata dai picchi di arrivi via mare registrata in quel periodo. Tali Centri sono stati gestiti da privati e da associazioni attraverso convenzioni, spesso senza il coinvolgimento dell’Amministrazione locale.

  • CARA (Centri di Accoglienza per Richiedenti Asilo), istituiti nel 2008, sono le strutture dove viene inviato lo straniero richiedente protezione internazionale privo di documenti di riconoscimento, oppure lo straniero che abbia presentato domanda di protezione internazionale dopo essere stato fermato in condizione di soggiorno irregolare, allo scopo di consentire l’identificazione e l’applicazione della procedura. Secondo la legge, i CARA devono garantire al richiedente “una ospitalità che garantisca la dignità della persona e l’unità del nucleo familiare”. I CARA sono strutture pensate per una permanenza breve. La proroga dell’accoglienza nei CARA, che avviene frequentemente e quasi automaticamente a causa della saturazione del sistema di accoglienza, si traduce necessariamente in un ritardo nell’attivazione delle misure di accompagnamento e integrazione.

  • SPRAR (Sistema di Protezione per i Richiedenti Asilo e Rifugiati) è un sistema di accoglienza e integrazione, promosso dal Ministero dell’Interno e dagli Enti Locali, in collaborazione con le organizzazioni umanitarie e gli enti di tutela, che offre ai richiedenti asilo ed ai rifugiati, nei limiti delle sue disponibilità recettive, supporto di tipo alloggiativo e aiuto all’avvio di un percorso d’integrazione sul territorio nazionale. È costituito dalla rete degli enti locali che per la realizzazione di progetti di accoglienza integrata accedono, nei limiti delle risorse disponibili, al Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo.

    Tutti i progetti territoriali del Sistema di protezione, all’interno delle misure di accoglienza integrata, oltre a fornire vitto e alloggio, provvedono alla realizzazione di attività di accompagnamento sociale, finalizzate alla conoscenza del territorio e all’effettivo accesso ai servizi locali, fra i quali l’assistenza socio-sanitaria. Sono inoltre previste attività per facilitare l’apprendimento dell’italiano e l’istruzione degli adulti, l’iscrizione a scuola dei minori in età dell’obbligo scolastico, nonché ulteriori interventi di informazione legale sulla procedura per il riconoscimento della protezione internazionale e sui diritti e doveri dei beneficiari in relazione al loro status.

    Con l’obiettivo di accompagnare ogni singola persona accolta lungo un percorso di (ri)conquista della propria autonomia, i progetti territoriali dello SPRAR completano l’accoglienza integrata con servizi volti all’inserimento socio-economico delle persone. Sono sviluppati, in particolare, percorsi formativi e di riqualificazione professionale per promuovere l’inserimento lavorativo, così come sono approntate misure per l’accesso alla casa.

* Fonte: “Per un’accoglienza e una relazione d’aiuto transculturali. Linee guida per un’accoglienza integrata e attenta alle situazioni vulnerabili dei richiedenti/titolari di protezione internazionale” – Linee guide realizzate dalla Provincia di Parma