Mostra: ANTICORPI BOLOGNESI | Colorno (Pr)

Anticorpi Bolognesi – Mostra fotografica di Giulio Di Meo

ColornoPhotoLife 2021

15 ottobre / 07 novembre 2021

Mupac – Colorno (Pr)

“Il Fattore Umano” sarà il tema del Festival Colorno Photo Life che si terrà da settembre a dicembre a Colorno (Pr) tra mostre, incontri e workshop. Dal 15 ottobre al 7 novembre, presso lo spazio museale del Mupac, si terrà la mostra “Anticorpi Bolognesi” di Giulio Di Meo in collaborazione con Stop – il piccolo festival indipendente di fotografia di Parma.

Sempre negli spazi del Mupac saranno ospitate le mostre di Francesca Artoni, Maria Cristina Comparato e Luigi Ottani, oltre a quelle dei giovani autori emergenti Veronica Benedetti, Michele Di Donato e Matteo Placucci. Mentre alla Reggia di Colorno saranno ospitate le mostre di Ferdinando Scianna e di Carla Cerati.

Anticorpi Bolognesi

“Anticorpi bolognesi testimonia, con l’attendibilità di un testo di storia, un tempo sospeso, un vuoto che tutti abbiamo percepito. Gli scatti di Giulio Di Meo, con la poetica che solo la magia del bianco e nero sa evocare, delineano con delicatezza, senza eccessi, situazioni e sensazioni, istanti e spazi di una Bologna in pieno lockdown che, nonostante l’inimmaginabile vuoto creatosi nelle sue strade, ha saputo – sin dai primi giorni – rialzarsi e immaginare il futuro, perché questa città tra le tante bellezze e i numerosi meriti, ha il primato di saper guardare la luna e mai il dito. Bologna sa accogliere e trasformarsi, ricordare e non commiserarsi.”

Così Roberto Morgantini, fondatore delle Cucine Popolari, descriveva le immagini di Anticorpi bolognesi, un reportage nato per riportare la variegata e a tratti contrastante umanità nata a Bologna durante l’emergenza coronavirus, nei mesi più duri del lockdown, da marzo a giugno 2020.

Un lungo progetto, diventato un libro e oggi una mostra che, con fotografie, illustrazioni, grafiche e parole restituiscono un’immagine di Bologna che rifugge dal pietismo, ma guarda con – forse ingenuo – ottimismo al futuro post coronavirus.

Anticorpi bolognesi non vuole essere un freddo resoconto di cronaca, bensì una lente d’ingrandimento su quanto di buono è stato fatto da chi vive la città, nonostante le restrizioni e gli ostacoli imposti dal virus. Studenti e attivisti, associazioni e centri sociali, artigiani, lavoratori autonomi e imprenditori, anime eterogenee della stessa città che, di fronte ad una situazione di emergenza, si sono unite con l’obiettivo di superare una crisi inedita e inaspettata; cercando di non lasciare nessuno indietro, senza distinzioni di ceto sociale, etnia, lingua e genere.

La narrazione segue tante piccole storie collegate tra loro da molteplici fili rossi che si sono annodati, settimana dopo settimana, e che ancora oggi sono uniti, con la speranza che questa esperienza non lasci tutto come era prima ma che diventi un punto di partenza dal quale impostare nuove basi per ripensare la società.

Anticorpi bolognesi vuole essere testimonianza che un giornalismo indipendente sia prati-cabile ancora oggi e che la fotografia oltre che strumento per informare e testimoniare può essere anche mezzo attraverso il quale realizzare azioni concrete. Grazie alle vendite del libro è stato possibile sostenere diverse iniziative di solidarietà: dalla campagna Don’t Panic Organizziamoci! alle Stafette alimentari partigiane, dalle Cucine popolari alle attività di doposcuola del Tpo/Labas, fino alla realizzazione di un laboratorio di comunicazione visuale per adolescenti completamente gratuito.