Anticorpi bolognesi: la campagna crowdfunding

“Anticorpi bolognesi”, un reportage di Witness Journal che racconta come Bologna ha vissuto questi due mesi di emergenza Coronavirus, rifuggendo dal pietismo e da una narrazione forzatamente negativa. Un progetto che attraverso immagini, grafiche, illustrazioni e parole narra la multiforme umanità di Bologna durante la fase del lockdown.

Abbiamo raccontato non tanto l’emergenza, quanto le storie di chi si è messo in gioco sostenendo gli “ultimi”, azioni concrete che la rete sociale bolognese ha attivato fin dal primo giorno di chiusura totale. Abbiamo documentato questa dura esperienza per evitare che resti solo un ricordo, nella speranza che rappresenti un punto di partenza per cambiare molti ostacoli sociali che l’emergenza ha messo in luce e accentuato. La prima parte di questo lavoro è online e già disponibile sul numero speciale e gratuito di Wj 112, ma ora vogliamo portare avanti questo racconto, con un duplice intento. Continuare a raccontare quello che succede in città durante la fase due e sostenere concretamente, anche economicamente, due campagne solidali portate avanti sulla città di Bologna.

“Anticorpi bolognesi” è un progetto sperimentale in cui la fotografia si unisce ad altri linguaggi della comunicazione: non solo parole, ma anche grafiche e illustrazioni. Un progetto animato dalle esperienze di più soggetti: le fotografie di Giulio Di Meo, i testi di Sara Forni, le grafiche di Vittorio Giannitelli e le illustrazioni di Luca Ercolini/Elle.

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Perché sostenere questo crowdfunding?

  • Ricordare l’importanza del fotogiornalismo indipendente nella realizzazione di progetti di approfondimento su temi sociali, offrendo spazi alle voci meno ascoltate, senza ricevere finanziamenti pubblici e senza sponsor privati. Per Witness Journal l’indipendenza è fondamentale per raccontare la realtà senza accettare compromessi, ma la libertà editoriale ha un costo spesso difficile da sostenere. L’unico modo per continuare, è esplorare nuove strade editoriali, come una campagna di crowdfunding. Solo attraverso una partecipazione collettiva associazioni come Witness Journal possono continuare ad esistere.

  • Sperimentare un giornalismo che usa linguaggi diversi, dalla fotografia al testo, dall’illustrazione alla grafica. Unire attori diversi introno ad uno stesso progetto per confrontarsi e condividere esperienze, scegliendo la strada del crowdfunding anche per provare a remunerare le professionalità messe in campo, in un tempo in cui le libere professioni legate all’informazione e alla cultura sono messe sempre più in difficoltà. L’emergenza è stata un fiorire di conferenze, incontri e corsi in streaming molto spesso gratuiti: se all’inizio era motivo di solidarietà e sostegno, a lungo andare il rischio è che possa passare il messaggio sbagliato che arte e cultura siano soltanto beni accessori, per questo gratuiti.

  • Per la redazione di Witness Journal, che prima di un magazine è un’associazione che opera sul territorio locale, è fondamentale continuare a dimostrare che la fotografia e il racconto sociale non sono solo manifestazioni di indagine giornalistica fini a sé stesse, bensì fondamentali per dare voce alle azioni concrete portate avanti dalle realtà del Terzo settore. Per Wj dunque, l’informazione acquista valore maggiore quando riesce a contribuire, anche economicamente, alle stesse realtà che racconta. Per questo motivo abbiamo deciso di sostenere “Staffette alimentari Partigiane” e Don’t Panic.

Se anche tu credi nel progetto, fra un mese il lavoro della redazione si concluderà con la pubblicazione del libro di ‘Anticorpi bolognesi’ in versione integrale. Il lavoro completo infatti che prevede 12 storie, 150 pagine con oltre 100 fotografie, illustrazioni, grafiche e testi di approfondimento. Puoi già pre-acquistare il libro sostenendo la campagna di crowdfunding. 

Illustrazione di Luca Ercolini/Elle

Come saranno utilizzati i fondi del crowdfunding?

L’obiettivo è quello di raccogliere 6.000 euro che saranno così suddivisi:

– 25% sarà usato per la redazione di Witness Journal e per ricompensare chi ha preso parte al progetto

– 25% finanzierà la campagna Staffette alimentari Partigiane (YaBasta Bologna, Làbas e TPO)

– 25% finanzierà la campagna Don’t Panic – organizziamoci (Ritmo Lento, Coalizione Civica Bologna, Arci Bologna, Link Bologna, La Malaeducación, Radio Leila).

– 25% sarà utilizzato per realizzare il libro ‘Anticorpi bolognesi’, già disponibile per essere pre-ordinato

Cosa fanno le Staffette alimentari Partigiane?

Una campagna promossa da YaBasta Bologna, Làbas e TPO per l’acquisto e la distribuzione di cibo e generi di prima necessità igienico-sanitaria alle persone senza fissa dimora di Bologna. I volontari una volta a settimana percorrono in bici le strade della città e oltre al cibo distribuiscono anche libri alle persone senza fissa dimora. Gli attivisti hanno dato vita anche ad altre due iniziative: la prima “Il mio rifugio è un libro” ha lo scopo di consegnare libri di testo e di narrativa a bambini e ragazzi obbligati a stare in casa durante la quarantena senza qualcosa da poter leggere; la seconda “Brigate di Mutuo Soccorso” invece si occuperà di consegnare pacchi alimentari a famiglie che si sono trovate in difficoltà a causa degli effetti economici della diffusione del Corona virus.

Cosa fa la rete solidale di Don’t Panic?

Don’t Panic, organizziamoci è una rete solidale nata per fronteggiare l’emergenza nella città di Bologna lanciata da diverse realtà attive in città (Ritmo Lento, Coalizione Civica Bologna, Arci Bologna, Link Bologna, La Malaeducación, Radio Leila). Le iniziative messe in campo non si limitano alla semplice raccolta e distribuzione di cibo ma toccano competenze trasversali, dal supporto legale e burocratico per le pratiche di lavoro fino al sostegno psicologico per le donne vittime di abusi e sfruttamenti. Non manca anche un momento di confronto pubblico durante i programmi radiofonici di Radio Leila.