La mostra Fragole Amare sarà parte del programma di “Works”, una due giorni di approfondimento, incontri, mostre su organizzazione e lotte nel mondo del lavoro, un’iniziativa promossa e organizzata dal Progetto Rebeldia di Pisa.
Fragole Amare
Le fotografie in mostra raccontano le storie dei migranti che nella provincia di Caserta si fermano da marzo a maggio per la raccolta delle fragole e durante la stagione estiva per lavorare nei campi in cui si coltivano pesche e angurie. Altri, sempre in estate, vanno nel foggiano per la raccolta dei pomodori. Con l’arrivo dell’autunno, invece, gli immigrati si spostano a Salemi (Tp) per raccogliere l’uva e le olive, oppure a Marsala (Tp). In inverno è tempo d’arance. In questo periodo, i luoghi della transumanza diventano Ribera (Ag), Catania e provincia, e Rosarno (Rc) dove si coltivano anche mandarini e kiwi.
Storie di sfruttamento, pestaggi e incidenti sul lavoro. Uomini che finiscono per sottostare a condizioni che non permettono di soddisfare neppure i più elementari bisogni abitativi, e in condizioni igienico‐sanitarie a dir poco precarie. Le baraccopoli sono mimetizzate tra i campi e sprovviste di ogni tipo di servizio e dell’acqua corrente. Jalel non riesce a dormire la notte, zanzare e incubi lo tormentano in una baracca improvvisata nelle campagne di Parete, in provincia di Caserta, dove fa il bracciante agricolo.
Il primo turno nei campi comincia alle 5 del mattino e finisce alle 17 circa: 12 ore al giorno per 30 euro di paga; se è fortunato domani potrà fare anche il secondo turno, altri 15 euro. È arrivato a Lampedusa dalla Tunisia su un barcone. Un viaggio costato 1.000 euro. Nella piana tra Villa Literno e Castel Volturno c’è finito per lavorare la terra, insieme ad altri 400 clandestini. Egitto, Marocco, Tunisia, qualcuno anche dal Centro e Sud Africa: si sono incontrati qui, a vivere senza acqua né luce, né un tetto sulla testa perché in questa zona si produce, tra marzo e maggio, ben il 6 per cento di tutte le fragole vendute in Italia. Dormono su cartoni umidi appoggiati al suolo, nelle strisce di terreno incolto tra due campi coltivati. Una scelta strategica, così per i proprietari terrieri è più difficile cacciarli.
Qualcuno, dopo maggio, rimane per lavorare le pesche o le angurie, fino ad agosto, quando quasi tutti raggiungono quelli già partiti per raccogliere i pomodori nel foggiano. Lì si lavora a cottimo e quindi si guadagna un po’ di più. In tutta la penisola ci sono dai 300mila ai 400mila lavoratori illegali, coltivano la terra che altrimenti rimarrebbe incolta. A Parete le baracche sparse in piccoli gruppi, da 4 a 10, non si contano. A Parete nonostante gli infortuni e le malattie, questi uomini continuano a raccogliere le fragole e a nascondersi nei campi. In silenzio.
Sara Picardo
IL PROGRAMMA DI WORKS
WORKS vorrebbe essere uno spazio di analisi, riflessione e progettualità, per mettere a fuoco i problemi, condividere le esperienze e le vertenze. Venerdì 3 e sabato 4 Marzo, a Pisa, presso il Polo Carmignani, sarà quindi il momento quindi un momento di elaborazione attraverso cui dotarci, anche, di nuovi strumenti di attivazione collettiva.
03 Marzo 2017
ore 18:00 Dibattito: LAVORO MIGRANTE: mobilità, sfruttamento e possibilità di organizzazione
ore 20:30 Apericena equa e solidale
ore 21:30 Dibattito Aspettando l’8 Marzo di Non Una di Meno: IL LAVORO FEMMINILE NELL’ECONOMIA DELLA CRISI
04 Marzo 2017
ore 14:30 WORKShop
1) Jobs Act: dalle forme della precarietà alle lotte possibili
2) Precarietà e lavoro nero nel distretto di Santa Croce
ore 18:00 Dibattito: NON CHIAMATECI PRECARI. Nuove parole e pratiche per una politica comune
WORKS – Lavoro, precariato, lavoro migrante | Polo Carmignani – Pisa www.rebeldia.it
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