Il fotografo Giulio Di Meo, in collaborazione con “Open Borders – sguardi migranti” e con il Teatro Crest, organizza un nuovo workshop di fotografia sociale nel quartiere Tamburi di Taranto. Il corso ha l’obiettivo di guidare i partecipanti nello sviluppo di un progetto fotografico e si svilupperà in tre giorni, durante i quali si analizzeranno le fasi necessarie alla realizzazione di un reportage: l’idea, la pianificazione del progetto, il lavoro sul campo, l’editing e la presentazione finale del progetto.
Presentazione:Il quartiere Tamburi è situato alla periferia nord-occidentale del comune di Taranto e sorge a ridosso dell’ILVA, la più grande acciaieria italiana. Da decenni è esposto all’inquinamento provocato da questo enorme centro siderurgico, tanto che il suo nome è diventato famoso in tutt’Italia. Il quartiere nacque agli inizi del XX secolo lungo un’area famosa a quel tempo per la folta vegetazione (ulivi e pini) e per la salubrità dell’aria. I primi complessi abitativi furono edificati al di là della Porta Napoli e sorsero con l’esigenza di far risiedere le famiglie dei dipendenti degli impianti ferroviari presenti nei pressi. Negli anni ‘60, all’apertura del polo industriale Italisider, il quartiere iniziò a popolarsi mentre iniziò un graduale e inesorabile abbandono della città vecchia. Molti tarantini lasciavano le loro case, retaggio di un passato marinaro, per trasferirsi nei nuovissimi alloggi all’ombra delle nuove ciminiere e dell’antico acquedotto del Triglio. Il rumore dell’acqua che qui scorreva tra le condutture di origine romana, un gorgoglio simile ad un rullio di tamburi, ha dato il nome al nuovo agglomerato urbano. Oggi al quartiere Tamburi, uno dei più densamente popolati della città, risiedono quasi esclusivamente le famiglie degli operai ILVA e si registra un’altissima mortalità dovuta a tumori e mesoteliomi.
Nonostante tutto questo il quartiere cerca di resistere e lottare per un futuro migliore, anche attraverso le attività e l’impegno di tante realtà associative e culturali. Durante questo workshop cercheremo di conoscerne e raccontarne alcune, come il teatro TaTÀ, gestito dal CREST dal 2009. Uno spazio-residenza (1000 metri quadrati e 300 posti a sedere) che ha già prodotto quattro stagioni teatrali (Periferie, Favole&Tmburi, ecc.), con attori del calibro di Baliani, Paolini e Celestini, per citarne solo alcuni.
Proveremo a raccontare il quartiere attraverso le attività e le buone pratiche cercando di andare oltre i facili stereotipi e pregiudizi che hanno reso gli abitanti di questa periferia due volte vittime. Cercheremo di promuovere un’idea di reporter che non si limiti solamente ad informare ma che agisce concretamente e attivamente nelle realtà che documenta. Il nostro obiettivo, attraverso questi workshop, è quello di incoraggiare l’educazione visuale e sociale dei partecipanti, portandoli a conoscere e documentare realtà e territori, problematiche e punti di forza.
Programma:Il corso sarà diviso tra una lezione teorica, due uscite fotografiche e due lezioni di editing, oltre allo sviluppo e alla realizzazione di un lavoro collettivo con le migliori foto dei partecipanti.
Il corso si svolgerà nei locali del Tatà e durante i giorni del workshop ci sarà occasione di interagire e di documentare le attività delle realtà che operano all’interno degli spazi del teatro.
Date del workshop
Venerdì 2 Dicembre
14:00-16:00 presentazione e introduzione
18:00-20:00 fotografia alle attività del teatro, spettacolo nel foyer con Giovanni Guarino
Sabato 3 Dicembre
10:00-13:00 uscita fotografica al mercato dei Tamburi
13:00-14:00 pranzo
14:00-18:00 parte teorica/editing
Domenica 4 Dicembre
10:00-13:00 fotografia alle attività del teatro, mercato equosolidale
13:00-14:00 pranzo
14:00-18:00 editing finale
Requisiti:Il workshop non richiede conoscenze fotografiche avanzate. È consigliabile che i partecipanti abbiano già affrontato, a qualsiasi livello, il tema della fotografia.
Prodotti finali: Realizzazione di un multimedia con il lavoro collettivo.
Costo del workshop: 200 €*
* Parte del ricavato del workshop andrà a sostenere le attività dell’Associazione di Promozione Sociale “Open borders -sguardi migranti”.
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ottima iniziativa!!!