TERRA MIA

Workshop di fotografia sociale con Giulio Di Meo

31 luglio/03 agosto 2022 | Ruviano (Ce)

Lavoro svolto con dedizione,
nel rispetto delle tradizioni.
Iniziative da non sottovalutare,
al contrario si devono supportare.
Impegno e cuore in stretta sintonia,
col pensiero non può che nascere empatia.
È a questo punto che si ha la magia,
e diventa tutto un concentrato di energia.

Martino A. Cusano

 

È con le note di Pino Daniele, che questa terra l’ha vissuta e celebrata, che iniziamo il nostro viaggio ancor prima di arrivare nella terra di Giulio Di Meo: “Terra mia, terra mia, comm’è bello a la penzà. Terra mia, terra mia, comm’è bello a la guardà. Terra mia, terra mia, tu sì chiena ‘e libertà.”

Lasciandoci alle spalle il paesaggio monotono dell’autostrada e seguendo carreggiate che si fanno spazio in un paesaggio collinare ricco di vegetazione, in cui verdeggiano principalmente colture di viti ed ulivi, arriviamo finalmente a Ruviano. È qui che inizia davvero il nostro viaggio.

Ad accoglierci Anna, una signora gentile e disponibile, maestra in pensione che gestisce un grazioso b&b ‘La Torre’ al centro del piccolo borgo; da subito l’aria si alleggerisce e spazza via la calura e fatica del viaggio.

Questo piccolo comune del casertano di appena 1800 abitanti ed i suoi dintorni si sono rivelati uno scrigno pieno di tesori inaspettati che solo in parte siamo riusciti a svelare in questi intensi 5 giorni di scatti e sguardi. Abbiamo avuto l’opportunità di esplorare il territorio circostante grazie a un gruppo di giovani allevatori ed agricoltori che ci hanno accolto e accompagnato, con entusiasmo e garbo, nelle loro piccole realtà, nei loro campi, spesso martoriati, ma nonostante tutto vivi!

La prima realtà ad accoglierci è l’Azienda Agricola Saecularis dove abbiamo potuto apprezzare la riscoperta dell’antico pomodoro riccio coltivato, raccolto e trasformato in salsa da Giovanni e Vincenzo Coppola – due giovani fratelli che grazie al lori continuo studio valorizzano la biodiversità e la riscoperta di semi antichi -, che ormai punteggia di rosso le colline della zona. Una storia, la loro, che non parla solo di una pianta ma dell’amore per la terra e per le tradizioni fatte di sapere e sapori.

Ci spostiamo e ritorniamo nel borgo, dove una giovane ragazza di nome Daniela ci apre le porte di una graziosa Locanda, situata all’interno di uno degli edifici più antichi del centro storico di Ruviano. Ristrutturata grazie anche ad un progetto Europeo, la Locanda Domus Mea è una casa dove poter gustare e vivere l’esperienza del pranzo della domenica in famiglia. Assistiamo alla preparazione della pasta fresca lavorata a mano da zia Rosa, preziosa massaia che ha sposato e supportato questo progetto, portato avanti da tutta la famiglia. Suggestivo ed emozionante assistere all’accensione del forno a legna da parte del papà Angelo, addetto alle pizze, come ascoltare le storie delle gustose ricette tradizionali con solo ingredienti a KM0. Alla base c’è la farina integrale di grano Autonomia, un grano antico, macinato con il mulino a pietra presente in Locanda.

Passeggiando per il paese, tra le vie che fiancheggiano le torri e la chiesa, guidati magistralmente dai piccoli Gabriele e Agostino, conosciamo il Presidente della Pro-Loco, il parroco, il presidente del Circolo Arci ‘A Sud, tutti impazienti di farci conoscere l’essenza di questa area di cui appaiono estremamente orgogliosi. Anche Angelo Coppola, il sindaco di questo meraviglioso borgo, insieme al suo predecessore Roberto Cusano,  spiegano come l’Amministrazione Comunale negli ultimi anni abbia dato vita a numerosi interventi, grazie ai fondi europei, per la realizzazione ex-novo e la riqualificazioni di strutture ed infrastrutture, volte ad offrire servizi sempre migliori alla cittadinanza.

Passiamo alla giornata di domenica: il risveglio ci riporta un po’ indietro nel tempo, quando le campane suonavano a festa per annunciare il giorno di riposo. Un tuffo nel passato che apre il cuore e ci fa pregustare quanto andremo a visitare.

Di prima mattina, quando l’aria è ancora fresca e la luce non è così tagliente, ci avviciniamo con prudenza alle arnie di Sami Morelli, un giovanissimo ma esperto apicoltore che da alcuni anni gestisce il suo apiario etico producendo miele – il ‘Miele Gocce d’oro’ -, che racchiude il profumo dei fiori di acacia e del coriandolo nel rispetto delle api, di cui conosce e condivide ogni segreto. Ascoltandolo ci incanta la sua ‘vocazione’: il suo sogno è trasmettere a giovani come lui il valore dell’ambiente, nel rispetto del territorio. Con forbita maestria ci trasporta da fermi in un viaggio, fatto di profumi e racconti.

Da qui, con addosso ancora il profumo del polline, salutiamo grati Sami e ci accingiamo a raggiungere l’Azienda Agricola G. Coppola di Gianluigi Coppola, anche lui giovane coraggioso Ruvianese che, insieme alla moglie Amelia, spinti dalla passione e dall’amore per la propria terra, hanno deciso di trasformarsi in agricoltori, lasciando una attività familiare già avviata. Hanno puntato sulla biodiversità del territorio, recuperando la lavorazione di terreni fertili, coltivando il fagiolo mezzo cannellino secco dell’altocasertano e soprattutto l’antica cipolla alifana, presidio slow food, che poi trasformano anche in squisite confetture. Nel laboratorio, assistiamo alla trasformazione della cipolla, con gesti che conservano antiche tradizioni e che a tratti emozionano anche, perché racchiudono la nostra storia, quella autentica che viene dalla terra.

A seguire, a pochi passi incontriamo Lorenzo Di Meo, ventitreenne creatore dell’azienda agricola “RuvianoKm0”. Una sorpresa trovare una giovane mente che ipotizza e sostiene con vitalità il credo nella terra e nelle tradizioni. Infatti, oltre a produrre uova da galline felici, in collaborazione con l’azienda Saecularis, utilizza  gli scarti  di lavorazione del pomodoro riccio per arricchire l’alimentazione delle sue galline, creando così una rete compatta tra le aziende.

Quando al calar del sole sembra che le sorprese siano giunte al termine, ci ritroviamo nella tana dei ‘Cornuti’,  dove i  “tesserati” ci accolgono con corna addobbate ed esibite a mò di trofeo perché qui essere cornuti è un vanto, una tradizione popolare che si tramanda di generazione in generazione, da almeno quarant’anni (anche se i decani dell’Associazione Cornuti Ruvianesi affermano che risale a molto prima). Un evento goliardico che ancora una volta ci dà la misura di quanto una realtà così piccola sia capace non solo di sdrammatizzare ma anche di creare un evento (la festa dei Cornuti l’11 novembre), che in qualche modo muove una micro economia per il paese.

L’itinerario di lunedì ci porta nella provincia di Benevento a Sant’Agata De’ Goti, caratteristico borgo situato alle falde occidentali del Monte Taburno, confinante con la provincia di Caserta. Affascinante contesto d’altri tempi, il borgo che ci accoglie in una data molto particolare: la festa del Santo Patrono Sant’Alfonso Maria de Liguori, una festa che evoca ricordi d’infanzia. Passeggiando tra i vicoletti senti l’odore dello zucchero filato e delle mandorle caramellate, vedi i  bambini vestiti a festa e la banda musicale che accompagna per le strade la statua del Santo.

E lì, nel centro storico, troviamo una bottega: ‘Il Foro – pane e piccola gastronomia’, incantevole come i suoi arredi in legno, originali fine ‘800, di un’antica farmacia, piccola e raccolta. La responsabile Marisa, ci spiega come in pieno lockdown, quando tutte le attività chiudevano, i proprietari de ‘Il Foro dei Baroni’ – un ristorante dei fratelli D’Addio, che da vent’anni investono nel territorio puntando su una ristorazione etica e sostenibile – hanno deciso di aprire una piccola panetteria dai sapori antichi e nel rispetto del territorio, dove l’attenzione ai prodotti (non solo di panificazione) ha un unico filo conduttore: ritornare alla terra in modo sostenibile.

Il compito di valorizzare l’immagine e favorire la distribuzione di queste tipicità territoriali a chilometro breve è affidato al sorriso ed alla determinazione di Marisa, che gestisce la bottega ‘Il Foro’ a Sant’Agata De’ Goti, dove propone appunto una selezione delle eccellenze della zona; gli stessi prodotti vengono inoltre utilizzati per creare il menu “d’entroterra” del ristorante “Il Foro dei baroni” ricco di ricette sannite tradizionali basate su sapori e profumi antichi.

Spostandoci di poco dal centro storico, nelle campagne, troviamo un’insolita realtà: la produzione di canapa ad uso industriale. Ad accoglierci Valentina Capone, una giovane donna che lasciato la città di Napoli e il proprio lavoro per dedicarsi alla terra insieme a Rosa Borrillo. Hemp Farm Lab è la loro azienda agricola di canapa ad uso industriale in stile cooperativistico (Canapa del Sud) che ha lo scopo di valorizzare la biodiversità del proprio territorio, valorizzando il modello produttivo a filiera corta e su coltura per la trasformazione della canapa. Lavorano in collaborazione con la Coldiretti, per far conoscere ed affermare le enormi possibilità che la canapa offre, consapevoli che le basi poggiano su un passato agricolo da rinnovare ed attualizzare. Ammirando la bellissima vista che si gode del paese arroccato su uno sperone di tufo, passeggiamo per tutta la proprietà confermando ancora una volta come questi giovani imprenditori appassionati siano prima di tutto esperti e competenti nei loro settori e sempre alla ricerca di nuovi stimoli. Dopo la processione serale, concludiamo la ricca giornata a Sant’Agata De’ Goti, stanchi ma con il cuore carico di volti e storie.

Martedì mattina ancora sveglia presto, perché stare al passo di un programma ricco ed emozionante. Siamo alla volta di Giano Vestusto, un piccolo villaggio di circa 600 anime in provincia di Caserta, per visitare l’agricaseificio ‘Le Curti’ di Carmine Bonacci, specializzato nella produzione di formaggi artigianali da ovini e caprini del proprio allevamento, la cui dieta è regolata dai ritmi della natura nei pascoli di montagna.

Al rientro da Giano Vetusto, incontriamo, ad Alvignanello, piccola frazione di Ruviano, Alberto Rossetti, giovane ricercatore e produttore  di carni, insieme a Massimiliano Perretti, di allevamenti sostenibili, sicurezza alimentare e consumo responsabile. Il loro obiettivo è mirare alla qualità e salvaguardia di tradizioni e tipicità, rispettando il benessere degli animali e promuovendo un consumo responsabile. Ci accoglie con entusiasmo nella sua sorprendente cantina da poco ristrutturata, luogo ricco di profumi che evocano quelli legati all’infanzia contadina.

Incredibile,  poi,  la conclusione della serata! Siamo a Castel Campagnano, un piccolo e ospitale comune al confine tra le province di Caserta e Benevento, situato nel punto in cui i fiumi Calore e Volturno si congiungono. Nel suggestivo piccolo anfiteatro all’interno del borgo, ricavato da un antico deposito di acqua, ad accoglierci troviamo le note incantevoli di Giuseppe Califano, giovane originario di Castel Campagnano, pianista e direttore, nonché compositore per cinema e teatro. Eclettico, curioso, innivoro, combattivo attivista culturale fa della divulgazione musicale una vera missione: è collaboratore dell’Accademia del teatro alla Scala, del Teatro Sociale di Como per Opera Domani e per numerosi Festival musicali. Non dimenticando le sue origini e la sua terra, ha voluto omaggiarla con una serata musicale ricca di emozioni.

Mercoledì ci siamo spostati a Puglianello, in provincia di Benevento, dove al mattino abbiamo passeggiato tra i filari coltivati ad ortaggi da Mauro di ‘Bioclé – Agricoltura Guarnieri’. Mauro ci ha raccontato delle soddisfazioni che porta questo lavoro che lui aveva iniziato tempo fa per poter alimentare in modo sostenibile il proprio allevamento di lumache ad uso alimentare e cosmetico. A causa di diverse alluvioni per straripamento del fiume Volturno, con perdita della popolazione di chiocciole, al momento ha dovuto abbandonare l’elicicultura e dedicarsi completamente agli ortaggi.

C’è tempo di conoscere anche Sebastiano Pucella che nel periodo del lockdown ha dato vita ad un suo progetto nel cassetto: la riscoperta di una gallina ovaiola a rischio estinzione, la Fulva del Sannio. Ha messo  in piedi un pollaio immenso (‘Ovèr – Fatti il Piacere) tra erba medica e fichi, per poter allevare naturalmente questa specie. Ma l’entusiamo di Sebastiano si divide fra l’attività di pollicoltore e quella di birraio che, insieme a Mario d’Addio (del ristorante ‘Il Foro dei Baroni’), ci racconta nel loro locale, Historia Birreria, trasmettendoci una profonda passione per questa bevanda in tutte le sue varianti disponibili.

I nostri scatti hanno provato ad immortalare la bellezza, la grinta e la voglia di chi come loro sceglie di restare ancora. Diversi volti, come diverse dimensioni, con un unico obiettivo comune: creare concrete realtà rurali, ecosostenibili, possibilmente unite in una rete di collaborazioni, nel rispetto di antiche tradizioni. Fatiche, lotte, incertezze e certezze ci hanno arricchito ed insegnato che è possibile un etico dialogo tra terra e uomo. A conclusione di cinque giorni intensi possiamo affermare: LA SPERANZA INDOSSA I LORO VOLTI.

Ringraziamo di cuore Giulio per averci aperto le porte di casa sua e di tutti i suoi ricordi come nessun altro fotografo avrebbe mai fatto e per averci permesso di conoscere così da vicino la sua bellissima terra. Ringraziamo la sua famiglia per tutta la gentilezza e l’ospitalità ricevute. Grazie a Marisa per averci accompagnat* in questo bellissimo viaggio e averci trasmesso tutto il suo amore per la sua terra. A Enzo “u Biondo” Coppola per la compagnia e le preziose informazioni e alle piccole guide Gabriele e Agostino. A Monica e alla signora Rosa, le regine delle pizze fritte, e a Nicola Massaro, il Presidente del circolo Arci A’Sudd. Ringraziamo Vincenzo Coppola, l’agronomo che grazie alla sua passione, ai suoi studi e al suo coraggio ha portato una nuova idea di agricoltura in questo territorio. A Martino Cusano per le bellissime poesie che ci ha dedicato e a tutti i membri dell’Associazione Cornuti Ruvianesi per la festa che ci hanno riservato, piena di calore e allegria. Un grazie al sindaco e all’amministrazione del Comune di Ruviano, al Presidente della Pro-Loco e a tutte le cittadine e i cittadini del piccolo borgo che ci hanno accolto senza farci mai sentire degli estranei ma parte della loro bellissima comunità. Ringraziamo Giuseppe Califano per la splendida musica che ci ha accompagnato in questo viaggio e ringraziamo i tant* giovan* contadin* che abbiamo conosciuto e che ci hanno ispirato attraverso il loro coraggio e le loro fatiche… Daniela, Carmine, Marisa, Vincenzo, Rosa, Lorenzo, Gianluigi, Amelia, Sami, Mauro, Natalia, Vlady, Antonio e alle loro aziende:

Azienda Agricola Coppola Gianluigi
Azienda “Le Curti” di Carmine Bonacci
Azienda Masseria Picone

Bioclè-Agricoltura Guarnieri
Domus Mea
Hemp Farm Lab Società Agricola
Historia Birreria
Il Foro – Pane e Gastronomia
Il Foro dei Baroni
Miele Gocce Doro
Over – Fatti il piacere
Perol carni – Ass. Saperi e Sapori della Campania
RuvianoKm0
Saecularis Azienda Agricola

Ancora grazie a tutti per averci permesso di raccontare le vostre storie.

Laura Misuraca e Maria Paola Gentile

Fotografie di: Michele Barone, Luciano Buscarini, Giusy Cammarota, Maria Paola Gentile, Carmine Gravina, Delia Mensi, Laura Misuraca, Piersandra Pedrazzini e Davide Torbidi.

Assistente: Marisa Di Sorbo

Musica: “The first day of spring” di Giuseppe Califano – Spotify Artist PageInstagram Artist Page


Una domenica particolare (con amici simpatici e alla mano)

È stata una domenica molto particolare,
che ha trasmesso vere emozioni…; da rifare.
Prima nel pomeriggio e poi durante la serata,
abbiamo trascorso ore liete e spensierate.
Si è creata un’atmosfera pregna di amicizia,
all’insegna del divertimento e senza malizia.
Nell’aria sempre più forte un profumo si tale,
dal sapore d’estate e non solo… fenomenale.
Momenti unici tra risate, battute e simpatia,
così preziosi da racchiuderli in fotografie.
Ed erano proprio loro l’argomento principale,
un seminario fra tradizioni e iniziative locali.
A capo l’amico Giulio Di Meo (‘u’ cagge’) un veterano,
con lui altri amici simpatici e alla mano.
Abbiamo Luciano con il suo paradosso,
detto Milano 2 dal capello un tantino mosso.
L’invidia di Davide a cui è volante e riccio,
per noi lo stesso barbiere…; che capriccio.
C’è Pier Sandra che si fa chiamare Piera,
somiglia ad una VIP e né và molto fiera.
Laura che del gruppo è la giovincella,
paragonarla si potrebbe alla cerasella.
Maria Paola invece dal sorriso paffutello,
immortalava tutto del nostro paesello.
Non ho conosciuto Carmine il pugliese,
primitivo, cemederépe e tiella barese.
Con noi cera anche Giusy la compaesana,
insieme al Biondo(Enzo)un bel duo nostrano.
Siete stati veramente un’ottima compagnia,
tanto da far provare già tanta nostalgia.
Amici cari che dirvi di più… va bene così,
sembrava conoscersi da sempre tutto qui.
Un forte abbraccio dalla (A. C. R.) di Ruviano,
                            esperienze che rafforzano il dialogo umano.                                 

Martino A. Cusano