HABITA LISBOA!
Workshop di fotografia sociale a Lisbona con Giulio Di Meo
12/13/14 aprile 2024
Secondo workshop di fotografia sociale con il fotografo Giulio Di Meo nella città di Lisbona, in collaborazione con la fotografa Jamila Baroni. Tre giorni per scoprire una città diventata negli anni ambita meta turistica e destinazione molto di moda per trasferimenti da altri paesi europei, tre giorni per approfondire le sue contraddizioni economiche e sociali. Un percorso rivolto a coloro che vogliono avvicinarsi al mondo del reportage e della fotografia sociale. Durante il corso si analizzeranno le fasi necessarie per lo sviluppo di un progetto fotografico: la pianificazione, il lavoro sul campo, l’editing e la presentazione finale del progetto
Dove: Lisbona | Portogallo
Quando: 12/13/14 aprile 2024
Presentazione: Lisbona città decadente, nostalgica, romantica, malinconica, ma anche, contraddicendosi, moderna, aperta, ospitale e progressista sui diritti civili. Appena arrivati, la cosa che colpisce gli appassionati di fotografia è la sua luce, magica e unica. Questa attrazione immateriale attira pittori, fotografi e registi, che la utilizzano per le loro opere artistiche, spot e film. La bellezza della luce di Lisbona nasce da una molteplicità di fenomeni, come la limpidezza dovuta ai venti, l’elevato numero di ore di sole, i materiali usati nella costruzione di edifici e pavimentazioni, la struttura geografica e il riflesso delle acque del fiume Tejo che la costeggia. Una città che è una galleria d’arte all’aperto, con i suoi muri ricoperti dalle tradizionali piastrelle colorate, gli azulejos, con i suoi caratteristici marciapiedi di ciottoli, la calçada portuguesa, con interessanti murales e installazioni artistiche moderne.
La prima parte del workshop è dedicata alle attrazioni più consuete, in un percorso di saliscendi per le colline su cui è costruita: il castello di São Jorge, la cattedrale de Sé, il convento del Carmo, la Praça do Comercio, il quartiere Baixa, la chiesa di São Vicente, il Pantheon, camminando a piedi e prendendo un tram giallo, come il famoso 28, e anche ascensori. Senza farci mancare il panorama del tramonto da uno dei tanti miradouri, con vista sul fiume e il ponte 25 de Abril, una volta ponte Salazar, che cambiò nome dopo la rivoluzione dei garofani del 25 aprile 1974.Nei dintorni altre attrazioni attirano turisti di tutto il mondo, a Belem edifici antichi come il Monastero dos Jerónimos accanto a monumenti dedicati ai conquistatori, a Parque das Nações, esempio di architettura moderna, quartieri recenti costruiti per l’expo del 1998 in una zona industriale in abbandono. Passato e presente, sviluppo economico e povertà, tolleranza e razzismo convivono nelle architetture e nelle strade di Lisbona.
Nella seconda parte del workshop cercheremo di analizzare il lato oscuro della città, le sue contraddizioni sociali ed economiche. La crisi più pesante che la città, da qualche anno, sta affrontando è quella abitativa, crisi che si esplica in diversi aspetti. L’incredibile incremento degli arrivi turistici è stato accompagnato dalla crescita non regolamentata degli airbnb. Solo da poco la legislazione cittadina prevede dei limiti numerici agli alloggi per affitto turistico, l’Alojamento Local. Intanto decine di migliaia di alloggi, prevalentemente appartamenti, sono stati destinati ai milioni di turisti in visita. In alcuni quartieri, come l’Alfama, gli appartamenti destinati ai turisti prevalgono numericamente su quelli per i residenti. Il turismo togliendo offerta abitativa per scopo residenziale ha sicuramente provocato un aumento dei prezzi, ma è solo una parte del problema. A questo si è aggiunta la liberalizzazione del mercato degli affitti, prevedendo la possibilità di aumenti e di sfratti che prima non erano applicabili, senza un qualche strumento di tutela per chi non ha alternative abitative.
Altro tassello è la concessione di una Golden Visa a chiunque faccia un investimento immobiliare di almeno 500.000 euro, che ha attirato discutibili investimenti da paesi stranieri. Una nuova legge ora ha tolto la possibilità di ottenere questo tipo di permesso di soggiorno nelle aree metropolitane di Lisbona e Porto. L’iniziativa ha avuto molto successo: dal 2012 sono stati rilasciati 10.000 visti d’oro a persone non UE in cambio di oltre 5 miliardi di euro di investimenti immobiliari. I nuovi proprietari provengono principalmente da Cina, Brasile, Turchia, Sud Africa e Russia.
È stato anche introdotto un programma di agevolazione fiscale utilizzato soprattutto da pensionati, che ha concesso ai cittadini stranieri che spostano la loro residenza in Portogallo di godere di un sistema di tassazione agevolato per 10 anni. Imprese e fondi immobiliari, dalla crisi del debito europeo nel 2009 e contestuale deregolamentazione, continuano a investire in terreni ed edifici, ora in zone meno centrali che stanno diventando interessanti all’espandersi delle richieste abitative turistiche e residenziali. Portando all’espulsione, molte volte violenta, delle persone che ci vivono.
Il risultato è una città dove i prezzi per acquistare o affittare un immobile sono cresciuti moltissimo, portando ad avere almeno diecimila famiglie in situazioni abitative precarie. E per trovare prezzi accessibili, di anno in anno, occorre allontanarsi sempre più dalla zona centrale.
Nel medesimo modo sono stati colpiti i piccoli negozi del centro costretti a chiudere per l’aumento degli affitti, prontamente sostituiti con catene commerciali di souvenir o ristorative. Anche piazze e parchi sono presi di mira dalle imprese immobiliari per trasformarli in centri commerciali e parcheggi. Nel 2019 le proteste riuscirono a fermare la trasformazione della piazza Martin Moniz in un centro commerciale da realizzare con negozi prefabbricati. Dal 2021 si sta cercando di difendere il giardino Tapada das Necessidades, ora parco pubblico di libero accesso, dalla trasformazione in parcheggio e strutture ristorative. Questi sono solo due esempi di situazioni critiche, per cui i cittadini stanno lottando.
Crisi abitative analoghe ci sono state in tutte le grandi città europee, la peculiarità di Lisbona è la velocità con cui si è sviluppata la gentrificazione. Da una parte i salari sono aumentati lentamente negli ultimi anni, dal 1° gennaio di quest’anno il salario minimo è stato aumentato da 665 euro a 705 euro mensile. Dall’altra il costo delle case è aumentato in modo vertiginoso: in media sono diventate più del 50% più costose negli ultimi cinque anni.
Gli ultimi due anni di pandemia hanno portato da una parte un blocco degli sfratti temporaneo e dall’altra un peggioramento della situazione economica di molte famiglie, che non sono più riuscite a pagare l’affitto. L’occupazione di case è di conseguenza in sensibile aumento. È un’occupazione da disperazione, spesso di appartamenti comunali fatiscenti abbandonati da anni e, nella maggior parte dei casi, fatta da donne con figli.
Alcune periferie, ma anche bairros – quartieri – centrali di Lisbona, sono caratterizzate dall’autocostruzione di case con materiali di recupero, spesso senza luce e acqua. Si stima che oltre 10.000 famiglie vivano in baracche e alloggi auto costruiti. Situazioni spesso legate all’immigrazione dalle ex colonie portoghesi.
Per dare supporto a questa situazione di emergenza abitativa sono nate alcune organizzazioni. Da dieci anni “Habita” sviluppa e partecipa a diverse azioni e campagne per il diritto alla casa e alla città, ottenendo nel 2019 l’approvazione di una legge che sancisce che lo Stato è garante del diritto alla casa. Legislazione che non ha ancora avuto l’applicazione necessaria per garantire questo diritto al pari di altri diritti, come quello alla salute. “Habita” continua a fornire supporto per gli sfratti attraverso uno sportello e a promuovere la lotta per il diritto alla casa, con la convinzione che “la crisi abitativa sta peggiorando, poiché viviamo in un sistema che valorizza sempre più il patrimonio immobiliare e i guadagni finanziari rispetto alla vita delle persone. Per porre fine alla crisi abitativa, è necessario unirsi a una lotta collettiva per trasformare il sistema”.
“Stop Despejo” nasce successivamente come collettivo che si occupa di campagne informative e agisce direttamente a sostegno dell’occupazione e contro gli sgomberi. Non esistono statistiche precise sul numero e tipologia delle occupazioni. D’altra parte l’amministrazione comunale possiede migliaia di abitazioni inutilizzate e ne destina all’alloggio pubblico solo una piccola parte. Molti di questi edifici sono in pessime condizioni e necessitano di profonde ristrutturazioni che possono durare diversi anni. Nel frattempo queste famiglie si adattano a vivere in situazioni insane e indegne. Nella pratica i lunghi tempi della pubblica amministrazione nell’affrontare l’emergenza abitativa si scontrano con i bisogni immediati di chi è stato sfrattato o non riesce più a pagare l’affitto.
Scopriremo assieme come la gentrificazione abbia trasformato alcuni quartieri di Lisbona in parchi di divertimento turistici, e quanto dell’anima della città sia ancora integro, ma comunque in continuo cambiamento.
Programma e date del workshop: Il corso sarà diviso in diversi momenti: una parte teorica, una parte pratica e una di critica e selezione dei lavori. Le serate saranno dedicate all’editing delle foto scattate, con discussione e confronto tra i vari partecipanti. Quotidianamente saranno selezionate le immagini migliori che andranno a formare, alla fine del corso, il portfolio personale. Con le foto più rappresentative sarà realizzata una presentazione multimediale per raccontare l’esperienza vissuta dal gruppo
Venerdì 12 aprile 2024
Ore 11:00/12:00 Incontro e presentazione workshop
Ore 13.00-18.00 Uscita fotografica
Ore 19.00-22.00 Prima sessione di editing e selezione dei lavori
Sabato 13 aprile 2024
Ore 10.00-13.00 Uscita fotografica
Ore 14.00-16.00 Seconda sessione di editing e selezione dei lavori
Ore 16.00-20.00 Uscita fotografica
Domenica 14 aprile 2024
Ore 10:00-15:00 Uscita fotografica
Ore 15:00-18:00 Sessione finale di editing, critica e selezione dei lavori
Costo del Workshop: 300 €
Requisiti: Il workshop è rivolto a tutt* e non richiede conoscenze fotografiche “tecniche” specifiche.
Prodotti finali: pubblicazione delle foto degli studenti sul sito del fotografo e realizzazione di un prodotto multimediale del lavoro collettivo.
Iscrizioni: Per iscriversi o avere informazioni scrivere all’indirizzo info@giuliodimeo.it