WORKSHOP DI FOTOGRAFIA SOCIALE CINISI (PA) | Mag. 2022

PEPPINO E FELICIA: MEMORIA E PRESENTE

Workshop di fotografia sociale con Giulio Di Meo 

07/09 Maggio 2022 | Cinisi (Pa)

 

Se l’occhio non si esercita, non vede. | Se la pelle non tocca, non sa. Se l’uomo non immagina, si spegne.

Danilo Dolci

Un nuovo workshop di fotografia a Cinisi in occasione del 44esimo anniversario della tragica morte di Peppino Impastato, vittima di mafia. Un workshop, organizzato in collaborazione con l’Associazione fotografica Asadin e con Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato, per ripercorrere le strade e i luoghi ancora segnati dal passaggio e dall’esempio di Felicia e Peppino.

Date del workshop: 07/09 maggio 2022 | Cinisi (Pa)

Programma: Peppino, esempio di responsabilità coraggiosa, rappresenta ancora oggi per vecchie e nuove generazioni un modello di impegno per la difesa degli ultimi, della legalità, dei diritti negati. Aveva scelto da che parte stare, così come Felicia che porterà avanti una lunga battaglia per arrivare alla verità sull’assassinio del figlio e ottenere giustizia. Durante questo workshop cercheremo con i partecipanti di raccontare attraverso le immagini la memoria, l’importanza nel presente di tenere vivo il messaggio, l’impegno, l’esempio di Felicia e Peppino. Una doverosa testimonianza di memoria e di impegno collettivo. Percorreremo le strade e visiteremo i luoghi legati alla figura di Peppino: Cinisi, Terrasini, il Casolare luogo del suo assassinio. Parteciperemo al corteo che da Radio Aut arriverà a Casa Memoria Impastato; incontreremo gli amici e i familiari e seguiremo gli incontri, i concerti, gli eventi organizzati per le giornate di commemorazione. Ogni giorno scatteremo istantanee per raccontare questi luoghi ricchi di memoria, ma anche del presente quotidiano. Tutte le sere si farà l’editing del lavoro degli studenti, con discussione e confronto tra le varie foto, selezionando le immagini migliori che andranno a formare il lavoro collettivo finale che rappresenterà il racconto dell’esperienza.

Sabato 07 maggio 2022

10.00-12.00 Presentazione del workshop e lezione teorica sulla fotografia documentaria e sociale
13:00-18:00 Uscita fotografica

19:00-21:00 Prima sessione di analisi, critica e selezione delle immagini dei partecipanti

Domenica 08 maggio 2022
10:00-18:00 Uscita fotografica

19:00-21:00 Seconda sessione di analisi, critica e selezione delle immagini dei partecipanti

Lunedì 09 maggio 2022
10:00-18:00 Uscita fotografica

19:00-21:00 Analisi e critica delle immagini e costruzione dei portfoli finali dei partecipanti


Foto di Marika Ikonomu

Peppino Impastato: Giuseppe Impastato nasce a Cinisi, in provincia di Palermo, il 5 gennaio 1948, da una famiglia mafiosa. Ancora ragazzo decide di rifiutare la mafia, rompe con il padre che lo caccia via di casa e avvia un’attività politico-culturale antimafiosa. Porta avanti una serie di lotte a favore dei contadini espropriati a causa della costruzione della terza pista dell’aeroporto di Palermo, oltre a organizzare diverse manifestazioni a favore di edili e disoccupati. La sua attività come militante in formazioni della sinistra extraparlamentare si intreccia stabilmente con un impegno culturale e di controinformazione.

Nel 1965 fonda il giornalino “L’Idea socialista”, nel 1975 costituisce il gruppo “Musica e cultura”, che portava avanti una serie di attività culturali come cineforum, musica dal vivo, teatro e dibattiti. Nel 1977 fonda “Radio Aut”, radio libera autofinanziata, con la quale porta avanti una vera e propria crociata contro gli interessi mafiosi a Cinisi e Terrasini. Il principale bersaglio della dura azione di denuncia era il nuovo capomafia di Cinisi Gaetano Badalamenti, in prima fila nel traffico internazionale di droga. Il programma più seguito della radio era “Onda pazza”, una trasmissione satirica durante la quale Peppino sbeffeggiava mafiosi e politici. Nella notte tra l’8 e il 9 maggio del 1978 Peppino venne assassinato per ordine del boss mafioso Gaetano Badalamenti. Il suo corpo fu fatto saltare con del tritolo sui binari della ferrovia Palermo-Trapani, così da far sembrare che si trattasse di un fallito attentato o un suicidio. I mezzi d’informazione, le forze dell’ordine e la magistratura parlarono di un’azione terroristica in cui l’attentatore era rimasto ucciso. Solo la determinazione della madre di Peppino, Felicia, del fratello, del Centro Siciliano di Documentazione Impastato e dei compagni, fece emergere la matrice mafiosa dell’omicidio, riconosciuta nel maggio del 1984 anche dall’ufficio istruzione del tribunale di Palermo. Nel 2002 la Corte d’assise di Palermo condanna Gaetano Badalamenti alla pena dell’ergastolo come mandante dell’assassinio di Peppino Impastato.

Felicia Impastato

Felicia Bartolotta Impastato nasce a Cinisi il 24 maggio del 1915, in una famiglia di piccola borghesia con qualche appezzamento di terreno di proprietà. Sposa, nel 1947, Luigi Impastato, di una famiglia di piccoli allevatori legati alla mafia del paese. Durante il periodo fascista aveva fatto tre anni di confino a Ustica, assieme ad altri mafiosi della zona, e durante la guerra aveva svolto attività di contrabbando di generi alimentari. Dopo non ebbe più problemi con la giustizia. Il cognato di Luigi, Cesare Manzella, marito della sorella, era il capomafia del paese. Manzella muore il 26 aprile 1963, ucciso dall’esplosione di un’auto imbottita di tritolo. L’affiatamento con il marito dura molto poco. Per quindici anni, dall’inizio dell’attività di Peppino fino alla morte di Luigi, avvenuta nel settembre del 1977, otto mesi prima dell’assassinio del figlio, la vita di Felicia è una continua lotta, che però non riesce a piegarla. In quegli anni non ha più soltanto il problema delle amicizie del marito. Ora c’è da difendere il figlio che denuncia potenti locali e mafiosi e rompe con il padre, impegnandosi nell’attività politica in formazioni della sinistra assieme a un gruppo di giovani che saranno con lui fino all’ultimo giorno. Felicia difende il figlio contro il marito che lo ha cacciato di casa, ma cerca anche di difendere Peppino da se stesso. Quando viene a sapere che Peppino ha scritto sul giornale ciclostilato «L’idea socialista» un articolo sulla mafia fa di tutto perché non venga pubblicato: «…fece un giornalino e ci mise che la mafia era merda. Quando l’ho saputo io, salgo sopra e vedo… E dissi: “E dài, Giuseppe figlio, io ti do qualunque cosa se ti mi consegni quel giornalino. Tu non lo devi pubblicare quel giornale”…Andavo da tutti… dicendo di non presentare quel giornalino». E quando l’attività politica di Peppino entra nel vivo, non ha il coraggio di andare a ascoltare i suoi comizi, ma intuendo di cosa avrebbe parlato chiede ai suoi compagni di convincerlo a non parlare di mafia. E a lui: «Lasciali andare, questi disgraziati». Dopo la morte di Peppino, davanti ai resti del figlio, decide di rigettare ogni idea di vendetta e si apre al modo di essere del figlio. La sua è una lotta fatta di parole, di richiesta di giustizia, di denuncia, portata avanti con determinazione: «Ogni volta che vengono giornalisti, io parlo di mio figlio perché tutti devono sapere». In questo modo Felicia continua la rivoluzione del figlio. È la seconda donna a costituirsi parte civile in un processo di mafia, dopo Francesca Serio, madre di Salvatore Carnevale riuscendo ad ottenere giustizia e a vedere condannati i mandanti dell’omicidio del figlio. Muore il 7 dicembre del 2004.


Costo del workshop: La quota di partecipazione è di 250 euro.

Prodotti finali: pubblicazione sul sito del fotografo e di Asadin delle foto degli studenti e realizzazione di un prodotto multimediale del lavoro collettivo.

Per iscriversi al workshop o avere informazioni: info@giuliodimeo.it

 

Foto di Majla Fornaro

 


Associazione Culturale Asadin 

Asadin è un’Associazione Culturale nata nel febbraio 2007 per iniziativa di un gruppo di fotoamatori di Cinisi e Terrasini e persegue esclusivamente finalità non lucrative nel campo della promozione della cultura. L’Associazione, che si propone come luogo di incontro e di aggregazione, nell’ambito delle attività culturali promuove in particolare lo sviluppo e la diffusione dell’arte fotografica e dell’immagine. Numerose le esperienze maturate e le collaborazioni con enti pubblici e privati nell’organizzazione di mostre, corsi, proiezioni multimediali, pubblicazioni. L’Associazione Asadin in collaborazione con Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato, bandisce il Concorso Fotografico dedicato a “Guido Orlando” sul tema dei diritti negati.

Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato

Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato a Cinisi è la Casa-Museo dedicata alla memoria di Peppino Impastato e di sua madre Felicia. L’associazione è stata costituita nel luglio 2010 ed è formata dalla famiglia Impastato e da alcuni collaboratori. L’associazione Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato svolge quotidianamente un lavoro pedagogico, educativo e culturale per il superamento della mentalità mafiosa e di ogni forma oppressiva, viene anche portato avanti un impegno nel territorio con progetti che sostengono principalmente le giovani generazioni, con la finalità di offrire opportunità formative e prospettive di lavoro.