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Piazza Grande

I portici a Bologna sorreggono le case, proteggono dalla pioggia dell’inverno e dal sole dell’estate. I rossi portici bolognesi cambiano tonalità a seconda della luce, dell’esposizione e dell’intensità. Un sogno che si avvera per chi come me ama i colori, le mille sfumature della vita e le persone che la popolano; camminando ora socializzo con un amico incontrato per strada o con un “umarell” che curioso osserva tutto. Dall’altra parte della strada??? Ecco arrivare una manifestazione sui diritti umani, carica di significato e trasporto.

Camminando con aria trasognante, come fosse la prima volta, tra quei vicoli bolognesi mi fermo e osservo, la Bologna di una volta che preme per far emergere la sua voglia di cambiamento e di modernità, ma con un occhio sempre rivolto al passato per non dimenticare: dalle lotte partigiane, al significato del 21 aprile al Pratello, alla Resistenza, al 2 agosto 1980.

1980 anno in cui io nascevo, a Bologna una bomba esplose alla stazione centrale causando ottantacinque morti e oltre duecento feriti. Una strage nella memoria dei bolognesi e immortalata nell’occhio di una macchina fotografica che passava di lì, documentando così i fatti sociali dell’epoca. Non potremo più dimenticare, possiamo ancora osservare in uno scatto, ciò che rimarrà per sempre impresso nella mente e nella storia del posto in cui è stata scattata. Raccontarne la storia e le emozioni che condizionano intere generazioni dando vita ad una forma di fotogiornalismo d’informazione. Come fece Robert Capa documentando la guerra civile spagnola, realizzando reportages che il mondo non poté più ignorare. Pensando a questo non posso non bloccare quel momento nel mio occhio che zoomma in cerca di quei particolari, di quel trasporto che fa sì che io prema quel bottone per imprimere per sempre quel fotogramma, così come tu l’hai immaginata, cosi come tu la vedi, così che un momento banale diventi una forma d’arte sociale che racconti un solo momento di pathos o un cambiamento sociale che altri potranno leggere e osservare negli anni. Si ferma il tempo per un istante, quel tempo che hai deciso tu prima di tutto e che deciderà l’intensità del tuo scatto, la sua forza.

Continuo a camminare tra una miriade di gente che corre, parla entra da Altero per mangiare un pezzo di pizza, mentre scatto, cammino, penso e cancello. Lascio il rosso dei portici dietro di me e arrivo in Piazza Grande. Il mio sguardo scorre da un parte all’altra, mi soffermo dapprima sul Nettuno, sembra imprigionato, osservo meglio, il presente sì prende cura del passato, è in restauro. Cammino, sulla destra il mio sguardo si focalizza sulle foto che ricoprono il palazzo della Sala Borsa il ricordo vola alle geste Partigiane. L’orologio scandisce l’ora. Un brulichio di voci attira la mia attenzione, c’è molta gente, colorata e vivace, c’è chi suona, chi balla, chi chiacchiera seduto al bar, chi regala palloncini e chi bolle di sapone. E’ in quel momento, che attraversando la piazza mi confondo tra la gente; adesso sono invisibile e finalmente osservo e scatto, scatto e scatto. Il volto di ciascuno che mi passa vicino è un mistero, ma quelle espressioni, quelle rughe, quei sorrisi rubati ormai fanno parte di me. Diventano una parte del mio mondo e della mia realtà. Mi tornano in mente gli insegnamenti di Henri Cartier-Bresson “la fotografia è un modo per comprendere”. Il buon osservatore, aspettando avidamente di rubare un pezzo della vita, assume anche la posizione di studioso attento della psicologia di chi gli sta di fronte. Piange, perché piange!?!? Ride e per cosa ride?!? Forse, rispondo tra me e me, perché oggi, siamo in Piazza Grande, in quella cara vecchia Bologna che apre la mente e gli obiettivi, che ti porta a sognare e sperare “ a modo mio avrei bisogno di sognare anche io”.

Federica Ciarlariello

Fotografie di: Valeria Altavilla, Loredana Armao, Lara Bergamaschi, Alessandro Betti, Paola Bruno, Cristian Cavicchi, Gabriele Cavoto, Luigi Cervellati, Michele Collina, Giovanna Coppini, Mària Galavotti, Veronica Marangoni, Rossana Messana, Patrizia Neri, Anna Chiara Orlando, Marisa Salatiello, Debora Sale, Josè Todisco, Vittoria Vandelli.