L’immaginazione è un frutto stupendo

che ha bisogno di radici profonde.

Alberto Casiraghy

Bologna Rurale un workshop fotografico, nato in collaborazione con IT.A.CA’ migranti e viaggiatori: Festival del Turismo responsabile, per raccontare attraverso le immagini le tante esperienze “contadine” nell’area metropolitana di Bologna, vera e propria città degli orti. Nato nei primi anni ’80 principalmente come occasione di socializzazione, incontro e discussione per le persone più anziane, oggi l’orto in città coinvolge sempre più fasce di popolazione completamente diverse per età, provenienza, formazione culturali. I partecipanti al workshop, attraverso i loro scatti, hanno cercato di catturare fotograficamente la complessità e la ricchezza di diverse aree ortive della provincia di Bologna, vivendo fianco a fianco con chi questi spazi li abita. Oltre agli orti, sono state documentate le esperienze di alcune cooperative sociali impiegate nelle coltivazioni biologiche, come la Cooperativa La Fraternità che, fin dalla sua nascita collabora con la giovane start up Local to You e la Cooperativa di cittadini coltivatori biologici Arvaia.

 

Navighiamo ogni giorno su internet, ci informiamo e restiamo aggiornati.

Ci perdiamo, ma ritroviamo la strada grazie a Google Maps. Localizziamo nuovi punti di interesse, negozi, servizi, nuove strade, piazze, nuovi giardini e nuovi parchi: è una selva di freccette e etichette ma dobbiamo essere grati alla visione satellitare.

Possiamo scrutare Bologna dall’alto e analizzarla, giocare con le linee, le geometrie, tanti quadrati e solchi, sfumature di verde, marrone e giallo. Eppure quotidianamente non facciamo altro che correre da una strada a un’altra, tra una selva di edifici di mattoni e cemento, in mezzo ai negozi, tra i supermercati, uffici, scuole, ospedali…. Strade, tangenziali, autostrade: una selva di cemento… Ma è lì in mezzo, proprio tra quelle strade, che si nascondono scarpe infangate, zappe, rastrelli, uomini e donne in movimento, anziani, giovani, italiani e stranieri. Piccole campagne in mezzo all’asfalto, piccole città in mezzo alla città… attorno alla città… nuove periferie… nuove mappe…..

 

Internet ci aggiorna. Diffonde la saggezza del passato, la saggezza degli anziani. Internet ci illustra il presente e ci propone un modello futuro: un modello senza una comunità, senza relazioni, una realtà dove è difficile trovare la fiducia, il rispetto e un comportamento eticamente responsabile verso gli altri e verso il nostro Pianeta. Un mondo dove le giovani generazioni faticano a imparare e un mondo che i più anziani faticano a mantenere….

Ma lì in mezzo, tra quei campi, tra quei piccoli “vegetable gardens” troviamo un Amico e non semplicemente il migliore amico. Troviamo un Maestro, tanti Maestri….

 

Tutti noi dovremmo poter disporre di un piccolo angolo verde di cui poterci prendere cura, da cui poter imparare… Imparare a prevedere, imparare ad aspettare, imparare a non mollare mai di fronte alle difficoltà, imparare a conoscere la Terra, i suoi segreti, i suoi doni, le sue meraviglie.

L’orto è come una metafora della vita: è un luogo di semina e di raccolta, un luogo di attesa e soddisfazione, un luogo di relazioni, relazioni con la terra, con i vicini, scambi di saperi, di culture, di sapori, di odori, di sorrisi e di chiacchiere. L’orto è un luogo che deve essere costantemente curato, accudito, lavorato. Un luogo che ha bisogno di semine, irrigazioni, protezione, studio, dedizione.

La Terra ci offre la possibilità di saperci confrontare con il rischio di perdere il raccolto.

Ci insegna a calcolare la previdenza di raccogliere i frutti per l’inverno.

Ci insegna i concetti di attesa, pazienza, rinnovabilità.

Ci insegna ad assumere responsabilità verso il Pianeta.

Ci insegna ad ascoltare e osservare i vicini.

 

La Terra non è solo una macchina produttiva per riempire la borsa della spesa.

Questa città fatta di geometrie di cemento e di terra ci insegna che non dobbiamo giudicare ogni giorno dal raccolto, bensì dobbiamo imparare a giudicare i semi che piantiamo. Dobbiamo avere la pazienza di curare le relazioni, imparare a attendere, conoscere, relazionarci, confrontarci. In mezzo agli orti urbani troviamo infinite specie vegetali, ma anche infinite specie umane, solitudini e compagnie, sorrisi e lacrime, sudore e riposo.

Ancora una volta la terra ci sta offrendo la possibilità di crescere e apprendere… insieme.

Chissà quando riusciremo a decifrare meglio questa mappa urbana e rurale

Se è certo che gli orti e i campi non sono la via per la Pace nel mondo, restano un buon inizio….

Silvia Sola

 

Fotografie di: Patrizio Broggi, Antonella Longobardi, Fabrizio Martelli, Marco Mastroianni, Rossana Messana, Patrizia Neri, Emanuela Piazza, Vittoria Sichi, Silvia Sola, Peter Zullo.

Musiche: Scott Holmes | We Used To Paint Stars In The Sky – Alpha Jaguar | Super Seismic

www.freemusicarchive.org

Un ringraziamento a tutti i contadini per la loro accoglienza, pazienza e disponibilità. Ringraziamo: Stefano Spillare dell’Università di Bologna, la Cooperativa di cittadini coltivatori biologici Arvaia, Local To You e La Fraternità Cooperativa Sociale, Associazione Orti Via Salgari, Orti Area della Saggezza di Castel Maggiore, Orti Parco Ca Bura di Corticella, Associazione Orti di Via Erbosa, Associazione Orti Pescarola Bertalia, Orto delle Serre, Orti via Bellaria di San Lazzaro.