TRE VOLTE BARONA

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Barona, Baronbronx, sono nomi che per alcuni milanesi evocano notizie legate ad episodi di arresti, mafia e microminalità. Gli architetti inglesi negli anni ‘70 arrivavano fin qui per osservare i lunghi edifici popolari, prefabbricati, che accoglievano migliaia di persone, per imparare “come non si deve costruire un palazzo”. Fin dagli anni ’20 la Barona è stata una terra di nessuno, in cui il “pubblico” ha  concentrato esperimenti di edilizia popolare, con il rischio di creare ghetti e quartieri dormitorio per i migranti, provenienti prima dal sud-Italia e più recentemente dal Nord Africa, dalla Cina e da Sud America. L’apice di questa tendenza viene raggiunto negli anni ’60 con la costruzione del cosiddetto «serpentone», ovvero il gigantesco quartiere di S.Ambrogio, frutto di un tentativo di stampo razionalistico di pre-organizzare la vita e i servizi degli abitanti, milanesi e milanesi acquisiti. Oggi il quartiere, completamene annesso al tessuto urbano e inglobato a Milano, subisce fenomeni di natura contraria a quelli avviati negli anni ’20 e durati fino agli anni ’80, come la dislocazione del centro e la riqualificazione del territorio.

All’improvviso, alla fine di via Barona si apre un paesaggio rurale di cascine agricole, risaie e campi coltivati, molto lontano dall’anima di periferia che si immagina e percepisce dalla città. Da quanto scritto si intuisce in che misura questo sia un quartiere ricco di contrasti e di vitalità.

“Tre volte Barona” è il terzo corso sul quartiere, organizzato in collaborazione con il centro sociale Barrio’s, il Consiglio di Zona 6 e la rivista di fotogiornalismo Witness Journal. Utilizzando lo strumento fotografico abbiamo ceercato di raccontare il quartiere attraverso la quotidianità di gesti, lavori, azioni abituali e comuni. Solo così si può conoscere un luogo, avvicinando le persone che lo abitano, ponendosi domande e imparando a comunicarle all’esterno, per non fermarsi al “sentito dire” ed invogliare gli altri a fare lo stesso.

Matilde Castagna

Fotografie di: Matilde Castagna, Galasso Giovanna, Edoardo Mozzanega, Rosa Rapisarda, Pietro Rimoldi, Nicola Sacco.

Workshop organizzato in collaborazione con il Consiglio di Zona 6, il Centro Sociale Barrio’s e Witness Journal