HORIZONTE COMUNITARIO: SELVA; VIDA, SUEÑOS

Workshop di fotografia sociale con Giulio Di Meo

20 | 31 marzo 2023 – Guatemala

“…ai reietti, ai respinti, agli esclusi, ai folli, agli uomini di cuore, a chi non si arrende mai, a chi non ha paura di dire quello che pensa…”  (Cervantes)

Il Guatemala è una nazione ricca di storia, arte e cultura: la splendida Tikal, perla della cultura Maya, la meravigliosa e decadente Antigua, tranquilla cittadina le cui massicce mura trasudano tutta la storia degli ultimi 500 anni, ci hanno ricordato anche la colonizzazione, l’invasione dei territori indigeni Maya, l’imposizione di una oligarchia che ha usurpato il controllo del potere economico, politico e religioso, senza alcun rispetto per le millenarie popolazioni che abitavano questi luoghi intrisi di tradizioni, lingue locali e rituali spirituali. Purtroppo ancora oggi il Guatemala è una nazione fortemente deturpata dall’ingiustizia sociale e dalla corruzione politica, dove la forbice economica, accentuata dalla pandemia, è incolmabile fra la popolazione di più di 17 milioni di abitanti e i rappresentanti delle 24 famiglie che controllano il Paese.

Il nostro workshop di fotografia sociale, con Giulio Di Meo e Alessandro Masini, quest’ultimo profondo conoscitore del mondo guatemalteco e da sempre impegnato nella promozione delle realtà locali e indigene, si è concentrato sulla conoscenza di due comunità cooperative: Nuevo Horizonte e La Tecnica.

Alessandro ci ha preparato a questa esperienza attraverso la narrazione dei principali eventi storici che hanno attraversato il Guatemala, dall’epoca dei conquistadores spagnoli al drammatico presente…racconti che hanno iniziato a prendere forma all’alba, con l’arrivo nella prima delle due comunità: Nuevo Horizonte.

Questa cooperativa rappresenta uno degli esempi più significativi della riorganizzazione dei gruppi guerriglieri delle FAR (Fuerzas Armadas Rebeldes), uno dei maggiori fronti ribelli che dagli anni 60 agli anni 90 ha difeso il diritto all’esistenza delle popolazioni indigene. Durante i 36 anni di guerra civile, vivendo nella selva, le forze armate hanno combattuto per ideali in cui continuano a credere e per difendere diritti umani che non erano, e continuano a non essere, garantiti dallo stato guatemalteco. La guerriglia è stata per loro l’unica possibilità di sopravvivenza.

Dopo la firma degli Accordi di Pace, tutti gli ex guerriglieri hanno cercato un posto dove ricominciare a vivere; il processo di riappropriazione di questa terra immersa nel Petèn è stato lungo e faticoso, in quanto tali accordi sono stati disattesi dal governo. Nuevo Horizonte, fondato nel 1997 da una cinquantina di famiglie di ex-guerriglieri, si presenta oggi come una comunità pacifica unita nei valori dell’uguaglianza di tutti i suoi membri e della continua resistenza ai tentativi di delegittimazione. Abbiamo avuto l’opportunità di vivere all’interno di questa comunità, camminando tra le abitazioni, la scuola, il centro di salute, il museo, il ristorante, le piccole tiendas; viaggiando sul retro di un pick-up abbiamo potuto raggiungere i campi coltivati, la laguna e l’area attualmente oggetto del progetto di riforestazione. Nei giorni passati a Nuevo Horizonte siamo stati accompagnati dagli ex-guerriglieri Roni, Pavel, Tania, Morales e Petrona che ci hanno raccontato le loro storie, permettendoci di comprendere sia la fase della guerriglia nella selva che il percorso di costruzione e gestione della cooperativa dimostrando come, da una esperienza profondamente dolorosa e traumatica, si possa creare una comunità coesa dove, come ci ha ricordato Roni, “nessuno ha nulla ma tutti hanno tutto”.

La seconda tappa del nostro viaggio è stata la Cooperativa Agropecuaria La Tecnica, realtà nata nel 1977. Qui abbiamo incontrato Efraim Perez, uno dei maestri della scuola primaria e una delle memorie storiche della comunità, che ci ha parlato degli anni del conflitto e della selva come di una madre premurosa per il popolo aggredito. Ci ha raccontato degli anni della ricostruzione sia del tessuto abitativo che di quello agro-forestale, quest’ultimo devastato dalla politica della ‘tierra rasada’, un esercizio di pulizia etnica da parte dell’esercito guatemalteco, volto ad annichilire qualsiasi appoggio logistico e ideologico alla guerriglia, usando campi di sterminio e violenze di ogni tipo. La Tecnica si presenta come una realtà molto più articolata rispetto a Nuevo Horizonte. La prima profonda distinzione risiede nel fatto che La Tecnica esisteva come cooperativa già dagli anni 70 ed ha visto negli anni più intensi del conflitto emigrare buona parte della sua popolazione verso il vicino Messico. Al termine della guerra quest’area è stata ripopolata sia dai precedenti abitanti rientrati in patria che da nuovi residenti alla ricerca di un luogo da cui ricostruire il proprio futuro, generando quindi una realtà sociale più variegata e disomogenea rispetto a quella di Nuevo Horizonte. Il secondo elemento importante nel segnare il destino della zona è la presenza del fiume Usumacinta, che fa da confine naturale con il Messico e rappresenta oggi una frequentata via di fuga verso il Nord America per una continua corrente di migranti provenienti principalmente da Honduras, El Salvador e Nicaragua. Il fiume delinea quindi non solo il paesaggio, ma anche una serie di modifiche sociali plasmate dalle opportunità commerciali a carattere privato nate intorno al flusso di migranti.

La destinazione di un viaggio, come sosteneva Henry Miller, non è un luogo ma la ricerca di un nuovo modo di vedere le cose; ogni sera, attraverso le lezioni di Giulio Di Meo, abbiamo quindi cercato di allenare il nostro sguardo attraverso la fotografia come tecnica di ricerca sociale.

Sono stati giorni intensi e potenti, che ci hanno regalato incontri con persone di grande umanità e ci hanno ricordato come sia possibile restare aggrappati ai propri sogni di rivoluzione e libertà.

Maria Paola Gentile, Silvia Tarallini, Renato Viviani e Lucia Zullo

 


Fotografie di: Giampietro Carli, Maria Paola Gentile, Romario Ramírez Gutiérrez, Gianmario Ledda, Viola Marrucci, Pedro Sagűi Maaz, Silvia Tarallini, Renato Viviani e Lucia Zullo.

Organizzazione: Alessandro Masini

Workshop organizzato in collaborazione con The Labyrinth

Musica: Here They Come Again by Jeris – CcMixter community music