CARTOLINE DAL PONTE

Workshop di Street Photography con Giulio di Meo

18/20 marzo 2022 |Venezia

 

Venezia che muore, Venezia appoggiata sul mare,

la dolce ossessione degli ultimi suoi giorni tristi

Venezia la vende ai turisti.

Francesco Guccini

“Sbarcare” a Venezia è sempre una esperienza emozionante: si attraversa l’ultimo ponte che la lega alla terraferma e si arriva sulla città-isola che ogni giorno prova eroicamente a resistere all’erosione atmosferica, all’avanzata delle acque, allo spopolamento e all’invasione del turismo di massa ed istantaneo. Venezia galleggia in precario equilibrio tra la ferma volontà di non snaturare le proprie calli e i propri campi e la necessità di accogliere le folle, importante fonte di sostentamento economico in un costante rapporto di odio-amore.

In questi intensi 3 giorni abbiamo provato anche noi a galleggiare in questo equilibrio sia seguendo con le nostre macchine fotografiche le “autostrade” del turismo che dalla stazione conducono ai luoghi simbolo, sia perdendoci in aree al di fuori dei classici circuiti, alla ricerca dei tanti contrasti che offre Venezia ma anche di possibili punti di incontro fra la popolazione autoctona e i visitatori. Non è stato facile eliminare dai nostri obiettivi i cliché che tutti abbiamo profondamente radicati nel nostro immaginario quando pensiamo alla capitale della Serenissima ma camminare per chilometri,  spesso lasciandosi condurre in maniera erratica dalle luci e dalle voci delle calli attraverso le varie sfaccettature della città, ci ha permesso di avere una visione più ricca e completa del tessuto urbano che abbiamo attraversato in lungo e in largo.

Scorrendo le varie foto si possono apprezzare le caratteristiche dei vari sestrieri: ci si può immergere nel mercato del pesce per poi rilassarsi su una panchina di un campo soleggiato, ci si può tuffare nella folla variegata che punteggia piazza san Marco per poi allontanarsi in zone più isolate attraversando qualche ponte, ci si può specchiare nelle vetrine colme di souvenir o fermarsi a chiacchierare con qualche anziano del luogo, si può lasciare spaziare lo sguardo verso l’orizzonte solcato di piccole isole o trovarsi “incastrati” in una buia calle affollata di turisti, si può apprezzare il silenzio della zona del ghetto nel giorno di Shabbat o farsi travolgere dalle voci dei bambini che in questo luogo senza auto riconquistano gli spazi del gioco. Venezia permette di perdersi senza uscirne mai davvero ma per la sua natura labirintica è una città che ti lascia sempre con la suggestione di poter scoprire nuovi spazi ancora inesplorati che finalmente possano svelarti il segreto di questa sua natura unica di città magica, austera, sempre in bilico tra decadenza e rinascita.

Maria Paola Gentile


Fotografie di: Anna Cogo, Anna Del Monaco, Maria Paola Gentile, Beatrice Moioli, Elisa Piva, Roberto Pozzi e Laura Raite

Musica: Cheel | Track: Sunday Rain

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