Mostra: IL DESERTO INTORNO | Rovereto

20 Ottobre | 02 Novembre 2017

Sala Baldessari, Via Portici – Rovereto (Tn)

Fotografie di Giulio Di Meo

Verrà inaugurata il 20 ottobre, presso la Sala Baldessari, la mostra fotografica Il Deserto Intorno sul popolo Saharawi, organizzata dal circolo fotografico L’immagine di Rovereto (Tn). L’inaugurazione si terrà alle ore 17,30 alla presenza del fotografo Giulio Di Meo, autore anche dell’omonimo libro. In pochi conoscono questa causa, anche se migliaia sono state le foto scattate, le storie raccontate, gli articoli scritti e i libri pubblicati in circa quarant’anni di resistenza. Così come migliaia sono stati i sogni spezzati, i diritti calpestati, le promesse non mantenute.

Le foto sono state realizzate nei campi profughi di El Ayoun, Smara, Ausserd, Dakla, Rabouni e descrivono la fatica, l’orgoglio, la speranza, la lotta, le tradizioni di migliaia di donne, giovani e anziani che vivono da rifugiati nel deserto dell’Hammada. Il Deserto Intorno, una mostra e un libro fotografico dedicato ai profughi Saharawi, uno sguardo aperto sulla vita nei campi avvolta nel silenzio spesso assordante della comunità internazionale, silenzio che crea come un deserto intorno alla loro lotta e alla loro esistenza. Dal 1975 centinaia di migliaia di Saharawi vivono in campi profughi nella provincia di Tindouf, città a sud-ovest dell’Algeria. Una zona del deserto del Sahara conosciuta anche come “il giardino del diavolo”, uno dei luoghi più ostili della terra, una distesa di pietre e sabbia priva di acqua e vegetazione. Una vita resa possibile dagli aiuti umanitari internazionali, nell’attesa di poter ritornare nella propria terra.

Il libro è nato dalla collaborazione con Arci e Arcs (Ong dell’Arci) ed è stato pubblicato a Giugno 2015. Parte dei ricavati di questa pubblicazione sono destinati a sostenere le attività dell’Associazione delle famiglie dei prigionieri e desaparecidos Saharawi (AFAPREDESA), nata nel 1989 come risposta civile e non violenta alle continue violazioni dei diritti umani perpetrate dal governo marocchino nei confronti dei Saharawi. A gennaio 2016 sono stati donati i primi 3mila euro. La fotografia, così, diventa non solo un mezzo per informare e sensibilizzare, ma anche uno strumento per coinvolgere attivamente in iniziative concrete e solidali.