Mi chiamo Laura e sono una bambina contro l’inquinamento. Sono triste quando sento sempre parlare di diossina e polveri arie e gas che noi tutti respiriamo continuamente.

Laura

Il quartiere Tamburi è situato alla periferia nord-occidentale del comune di Taranto e sorge a ridosso dell’ILVA, la più grande acciaieria italiana. Da decenni è esposto all’inquinamento provocato da questo enorme centro siderurgico, tanto che il suo nome è diventato famoso in tutt’Italia. Il quartiere nacque agli inizi del XX secolo lungo un’area famosa a quel tempo per la folta vegetazione (ulivi e pini) e per la salubrità dell’aria. I primi complessi abitativi furono edificati al di là della Porta Napoli e sorsero con l’esigenza di far risiedere le famiglie dei dipendenti degli impianti ferroviari presenti nei pressi. Negli anni ‘60, all’apertura del polo industriale Italisider, il quartiere iniziò a popolarsi mentre iniziò un graduale e inesorabile abbandono della città vecchia. Molti tarantini lasciavano le loro case, retaggio di un passato marinaro, per trasferirsi nei nuovissimi alloggi all’ombra delle nuove ciminiere e dell’antico acquedotto del Triglio. Il rumore dell’acqua che qui scorreva tra le condutture di origine romana, un gorgoglio simile ad un rullio di tamburi, ha dato il nome al nuovo agglomerato urbano. Oggi al quartiere Tamburi, uno dei più densamente popolati della città, risiedono quasi esclusivamente le famiglie degli operai ILVA e si registra un’altissima mortalità dovuta a tumori e mesoteliomi.

Nonostante tutto questo il quartiere cerca di resistere e lottare per un futuro migliore, anche attraverso le attività e l’impegno di tante realtà associative e culturali, come il teatro TaTÀ, uno spazio-residenza (1000 metri quadrati e 300 posti a sedere). Molto sentita nel capoluogo ionico anche la giornata del Primo Maggio, festa dei lavoratori, con la processione di Gesù Divin Lavoratore, che parte dall’omonima chiesa situata nel quartiere Tamburi.

Vorremmo un mare più pulito, pesci che tornino a dire «Evviva, evviva il nostro mare è il più pulito del mondo» e al posto delle ciminiere desidererei tanti prati per tutti i bambini.

Francesco

Fotografie di: Fabrizio Bertolini, Cosimo Calabrese, Antonio Cosma, Valentina De Lorenzis, Gemma Romano, Fabio Viola.

Frasi e disegni sono tratti dal libro “Sognando nuvole bianche”, pubblicato nel 2008 dalla Regione Puglia e contenente disegni realizzati dai bambini di Taranto.

Musica: Migala | Rotta a Levante Suite – migala.bandcamp.com

Workshop organizzato in collaborazione con IsoLab e Open Borders-Sguardi Migranti.

Ringraziamo: l’Assemblea Pubblica Città Vecchia per l’Ambiente, l’Associazione Le Sciaje, l’Associazione Culturale Nobilissima Taranto, Old City Taranto, Co-working Ulmo e il Maestro Nicola Giudetti.