16-02 wks bo

Due workshop, un gruppo di tredici fotografi per raccontare la quotidianità che anima il centro storico di Bologna. Dalla famosa Piazza Maggiore ai lunghi portici che in questa città tengono su le case, proteggono dalla pioggia dell’inverno e dal sole dell’estate.

I rossi portici bolognesi cambiano tonalità a seconda della luce, dell’esposizione, dell’intensità. Un sogno che si avvera per chi come me ama i colori, le mille sfumature della vita, tra un incontro e una parola buttata lì con un amico incontrato per caso, un umarell che cammina curioso per strada o l’arrivo di una manifestazione sui diritti umani carica di significato e trasporto. Camminando con aria trasognante tra quei vicoli, come fosse la prima volta, ogni volta, mi fermo e osservo la Bologna di un tempo, i suoi archi, il canale dalla finestrella di Via Piella dove i turisti sono fermi in fila per rubare uno scatto curioso. E in quel momento blocco nel mio occhio quelle immagini e “zoommo” in cerca di quei particolari, di quelle espressioni che fanno sì che tu prema il bottone per imprimere per sempre quell’immagine così come l’hai immaginata, così come la vedi.

Si ferma il tempo per un istante, quel tempo che hai deciso tu prima di tutto e che deciderà l’intensità del tuo scatto, la sua forza.

Continuo a camminare tra la folla di gente che corre, parla, entra da Altero per mangiare un pezzo di pizza, mentre scatto, cammino, penso e cancello. Lascio il rosso dei portici dietro di me e arrivo in Piazza Grande. Un brulichio di voci attira la mia attenzione ed è lì che, attraversando un incrocio, mi confondo nella folla. Adesso sono invisibile in mezzo a loro…osservo e scatto, scatto, scatto. Il volto di ciascuno è un mistero ma quelle espressioni, quelle rughe, quei sorrisi rubati, quelle mani che gesticolano ormai fanno parte di me, diventano una parte del tuo mondo e della tua realtà. Per Henri Cartier-Bresson la fotografia è “un modo per comprendere”. Infatti, il buon osservatore, aspettando avidamente di rubare un pezzo della vita altrui, si mette anche nella posizione di studioso attento della psicologia di chi gli sta di fronte. Piange, perché piange!?!? Ride e per cosa ride?!? Quella cara vecchia Bologna che apre la mente e gli obiettivi, che ti porta a sognare e sperare…“a modo mio avrei bisogno di sognare anche io”.

Federica Ciarlariello

Fotografie di: Angela Bacciaglia, Danilo Bidoli, Filippo Braga, Tonia Brancaccio, Federica Ciarlariello, Alessandro Lauletta, Maurizio Lolli, Gaia Patrignani, Laura Raité, Dinora Rinaldo, Massimiliano Sanna, Sandra Sisofo, Elisa Torchi.

Assistente: Valeria Altavilla

Musiche: Night Owl by Broke For Free