ESPERIA

 

“…In questa Terra infiltrata della cultura di parecchi secoli, e in cui tante nazioni si avvicendarono l’una dopo l’altra, ogni fiume, ogni pietra, ogni paesello annidato su di una rupe rappresenta qualche cosa piena di memorie storiche; e da tutta la superficie sua spira come un soffio di antico e venerabile tempo.”

Gerhard Rohlfs

Documentare l’attività dei volontari del “Campo del sole” di Pentidattilo (RC), organizzato dall’ARCI: è questo il tema del workshop fotografico tenuto da Giulio Di Meo e svoltosi nella evocativa terra calabra dal 30 luglio al 2 agosto 2017. Una regione dura quella dell’Aspromonte, a tratti quasi ostile. Ma l’aspetto da vecchio burbero nasconde tesori immensi a cominciare dalla cordialità e l’ospitalità di chi vive tra quelle valli. Generosi sorrisi che fanno trapelare la sacralità di chi viene da lontano.
Qui greco (pardon grecanico!), dialetto calabrese e italiano si confondono in un’unica sinfonia linguistica. Un festival della multiculturalità cominciato secoli fa e che continua tutt’oggi nei piccoli centri arrampicati sui crinali di monti e colline. Lo stesso nome del progetto “Esperia”, indica questa simbiosi. Esperia era l’antico nome con cui gli antichi Greci chiamavano l’Italia, quell’Italia che poi sarebbe diventata “Magna”, grande. Qui è iniziato il lavoro dei fotografi, tra strade impervie, città fantasma e i racconti degli abitanti del paesino di Gallicianò. Poi l’incontro con i ragazzi del “Campo del sole” e l’avvio delle attività che avevano un obiettivo ben preciso; testimoniare la nuova vitalità di un bene confiscato alla mafia, la sua pacifica occupazione attraverso attività formative e informative e la nascita di comunità alternative alla mafia grazie all’opera di uomini e donne provenienti da tutta Italia è stato il focus principale di questa esperienza.

 

Tale finalità è stata conseguita anzitutto consentendo ai fotografi di vivere a contatto con i volontari del campo e permettendo loro di ritrarli nel corso delle attività lavorative sia all’interno del bene confiscato alla mafia, la villa meglio nota come “Villa Placanica” comprendente i suoi estesi terreni che ospitano numerosi alberi da frutto tra i quali mandarini, aranci e bergamotti, sia nel vecchio borgo di Pentidattilo, testimoniando l’impegno, lo spirito di collaborazione, la solidarietà e l’atmosfera sempre festosa e accogliente di un’autentica comunità che nasce attraverso il campo e cresce con esso.

Oggetto di attenzione non è stata soltanto l’attività lavorativa: vivere a stretto contatto con i volontari giorno dopo giorno ha consentito di ritrarli in ogni momento di vita quotidiana del campo, facendo sì che la fotografia si insinuasse nei momenti di convivialità, di condivisione, di riflessione, di divertimento, di spontaneità. E ha consentito, inoltre, di condividerne il percorso formativo, che ha incluso – tra le altre cose – la visita guidata a Reggio Calabria, cui i volontari hanno potuto partecipare per confrontarsi con i poi estremi dello spirito ecologico del Parco di Ecolandia e il degrado del quartiere che lo ospita (Arghillà), nonché per incontrare chi si occupa della promozione e della vendita dei prodotti finiti ricavati dalle materie prime coltivate e raccolte nei territori confiscati alla criminalità organizzata e, infine, per assistere ai racconti di coraggiosi testimoni della lotta alla mafia.

Nell’ambito di questa intensa avventura la fotografia ha assolto il fondamentale compito non solo di documentare l’attività del “Campo del sole”, ma anche di far rivivere lo spirito di legalità e di comunità che solo può far fruttare queste terre che chiedono a gran voce speranza.

Alessio Chiodi e Chiara Cinotti

Fotografie di: Fabrizio Bertolini, Julia Carbonaro, Alessio Chiodi, Chiara Compagnucci, Marco Mastroianni, Piersandra Pedrazzini.

Coordinatori: Domenico Quattrone, Rosaria Anghelone.

Musiche: Un servu e un cristu e Stati eseguite e gentilmente concesse dal gruppo: Mattanza

Un grande grazie ad Arci Reggio Calabria, Ass. ProPentedattilo onlus, Consorzio Macramè, agli allievi del workshop, ai coordinatori e soprattutto alle ragazze e ai ragazzi del campo per la loro pazienza e disponibilità: Daniela Argenton, Paola Beti, Camilla Bondi, Chiara Cinotti, Martina De Giorgi, Giuseppe De Vuono, Maria Eccel, Bader Guasby, Patrizia Mantovan, Tedea Mantovan, Lina Marangon, Lucia Ragazzetti, Giorgia Saltarelli, Graziella Sarti, Simone Sidero, Giuseppe Tartaglione.

In collaborazione con Arci nazionale, Cgli, Spi Cgil, Flai Cgil, Rete Studenti Medi, Unione degli Universitari.